Dopo il Napoli, aggrappato a Meret per resistere all’assalto di Marassi. Dopo l’Atalanta, trascinata da uno straordinario De Ketelaere per avere ragione dell’Empoli, mai domo. Dopo tutto questo, ecco l’Inter poco brillante dell’antivigilia di Natale, piegare non senza fatica il Como a San Siro.
La notizia è che nessuna delle tre squadre che stanno comandando il campionato ha fatto passi falsi, ma è allo stesso modo vero che tutte hanno mostrato un lato debole con prestazioni discontinue e in larga parte al di sotto degli standard abituali. Nessuna sorpresa, bisogna abituarsi: anche le rose più attrezzate come quelle di Inzaghi e Gasperini o chi, come Conte, può concentrarsi soltanto su una competizione hanno bisogno di rifiatare.
È il prezzo che si paga a una stagione convulsa nel susseguirsi di appuntamenti. Una specie di maratona in cui ci vuole un fisico bestiale, ma soprattutto una testa capace di non mollare mai. Ecco perché Inzaghi è uscito contento dalla notte di San Siro, pur avendo visto una delle Inter peggiori della stagione, trascinata in porto da Carlos Augusto e dal solito Thuram. E lo stesso avevano fatto Conte, sopravvissuto all’assedio finale del Genoa, e Gasperini che da qualche settimana sta ottenendo dai suoi continue prove di maturità nelle cosiddette partite “sporche“.
È molto probabile che lo spartito si ripeta ancora nei prossimi mesi e che alla fine lo scudetto premierà chi sarà stato capace di minimizzare i passi falsi. Non c’è respiro per nessuno. Basti pensare a Lazio-Atalanta in programma sabato 28 dicembre (ci sono anche Juventus-Fiorentina e Milan-Roma) o a cosa attende Inter e bergamaschi dopo la Supercoppa italiana: gennaio di fuoco per l’Atalanta, febbraio da incubo per i nerazzurri milanesi.
Sotto l’albero di Natale, tecnici e giocatori, gradirebbero trovare due settimane di riposo assoluto. Non saranno accontentati e non perché si siano comportati male. Anzi. La Serie A ci sta regalando un campionato bellissimo, molto stretto e combattuto in vetta, che tutti si augurano possa restare tale fino a primavera inoltrata. Sarebbe la migliore risposta alla depressione da declino progressivo del nostro calcio che ha preso tutti, a volte esagerando anche gli effetti e dimenticandoci che in Europa le nostre squadre non stanno poi andando così male.