VIGEVANO. Cala il sipario sulla possibile riapertura dell’ex tribunale. Dopo 12 anni di tentativi di riattivare il servizio, il Comune sembra aver deciso di destinare ad altro uso gli uffici giudiziari posti tra piazza Lavezzari e via San Pio V. A rivelarlo è la vicesindaca Marzia Segù, che con il dirigente Enrico Rossi e la funzionaria Paola Testa ha incontrato i professionisti dello studio di Massimo Giuliani che devono redigere il nuovo Piano di governo del territorio. Si è parlato di varie zone di Vigevano che possono essere trasformate, compreso l’ex tribunale. «Ne abbiamo parlato a lungo – ammette Segù –, concentrandoci sulle possibili destinazioni d’uso. A breve farò un sopralluogo per verificare se ci sono spazi rapidamente fruibili. Le idee che abbiamo in mente devono essere economicamente sostenibili e per il momento preferisco non anticipare nulla».
Attualmente, l’ex tribunale giace abbandonato: per il Comune le spese di gestione sono pressoché assenti, mentre in un sotterraneo sono concentrati ancora alcuni documenti di archivio della tesoreria commerciale, in attesa di trovare uno spazio a Pavia. La svolta, però, sembra essere evidente: se Vigevano riuscisse a riattivare il proprio palazzo di giustizia, dovrebbe farsi carico di tutte le spese di gestione. Un elemento di non poco conto e che è sempre pesato come una spada di Damocle sui pur zelanti tentativi di ottenere la riapertura del tribunale. In prima fila nella battaglia per la riapertura ci sono stati l’avvocato Giuseppe Madeo e due sindaci: prima Andrea Sala e poi Andrea Ceffa, ora sospeso perché agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione.
Negli anni si è parlato di ogni possibile destinazione d’uso per l’ex tribunale: alcuni uffici pubblici, visto che Comune ospita attualmente uffici di Asst e Ats nel palazzo municipale, ma anche facoltà universitarie con campus e quant’altro.
«Nell’incontro con i progettisti – prosegue Segù – abbiamo fatto una ricognizione dei complessi di rigenerazione di interesse pubblico, quelli già fruibili e quelli che richiedono maggiori interventi, e come la loro rigenerazione possa rappresentare un volano per la città, come l’ex macello e la Sforzesca». Quest’ultima, con la cascina Colombarone in mano comunale ma che cade a pezzi, attende solo un rilancio. L’ex macello è una ferita aperta nel rione della Fiera.
L’incontro è servito per fare il punto della situazione, visto che del Pgt si occupava Ceffa, ora sospeso dalla prefettura, ma anche per puntualizzare alcuni aspetti ancora in divenire. «Abbiamo valutato la modalità per rendere più partecipativa la costruzione di questo Pgt e per attuare una comunicazione efficace – conclude Segù –. Nella seconda metà di gennaio incontreremo gli ordini professionali». Un precedente appuntamento era stato rinviato per l’arresto di Ceffa, avvenuto nell’ambito di un’inchiesta che ha portato ai domiciliari anche la consigliera comunale Roberta Giacometti e tre dirigenti di Asm Vigevano e Lomellina.
Oliviero Dellerba