La ricerca scientifica mette un altro punto a segno nella comprensione dell’Alzheimer. È stato scoperto un meccanismo cellulare chiave della malattia che apre la strada a nuovi trattamenti che potrebbero rallentare o anche fermare la progressione del disturbo. Ricercatori guidati dal Graduate Center della City University di New York hanno svelato il doppio ruolo delle principali ‘guardiane’ del cervello, le cellule immunitarie della microglia: oltre a proteggere il sistema nervoso centrale, in caso di stress queste cellule possono produrre sostanze tossiche che peggiorano la neurodegenerazione tipica dell’Alzheimer. Lo studio è pubblicato su Neuron.
I primi test effettuati sui topi mostrano che bloccare questo meccanismo di risposta allo stress, o impedire la produzione delle sostanze tossiche, porta ad un miglioramento dei sintomi. La malattia di Alzheimer è la forma di demenza più frequente. Circa il 5-6 % delle persone sopra i 65 anni hanno un decadimento cognitivo e su 10 persone che hanno un decadimento mentale circa 6 hanno la patologia. In Italia sono almeno 1 milione le persone affette dalla malattia che causa progressiva perdita di memoria e demenza, privando i pazienti di molti anni di vita produttivi.
I ricercatori coordinati da Pinar Ayata hanno identificato la microglia ‘cattiva’ esaminando campioni di tessuto cerebrale di persone affette da Alzheimer, prelevati post-mortem: queste cellule erano infatti presenti a livelli doppi rispetto a individui sani della stessa età. Nelle persone malate, le cellule immunitarie della microglia vengono attivate dalla situazione di stress, e ciò le induce a produrre delle piccole molecole tossiche costituite da grassi, che danneggiano alcune cellule fondamentali del cervello.
“Questi risultati rivelano un legame cruciale tra stress cellulare ed effetti tossici della microglia in modelli della malattia di Alzheimer”, dice Anna Flury, prima firmataria dello studio insieme a Leen Aljayousi. “Colpire questo meccanismo – continua Flury – potrebbe portare a nuovi trattamenti farmacologici”. La ricerca rappresenta un importante passo avanti nella comprensione dell’Alzheimer ed evidenzia l’importanza della microglia nel mantenimento della buona salute del cervello. “I trattamenti potrebbero rallentare in maniera significativa, o persino fermare, la progressione della patologia – aggiunge Aljayousi – dando speranza a milioni di pazienti e alle loro famiglie”.
L'articolo Alzheimer, scoperto un meccanismo cellulare chiave della malattia. Lo studio degli scienziati Usa proviene da Il Fatto Quotidiano.