La terza manovra economica dell’esecutivo di centrodestra ha tra i suoi caposaldi la famiglia e la natalità. E si tratta di fatti. “Il governo Meloni ha introdotto un significativo pacchetto di aiuti per i neonati che verranno al mondo nel 2025: con l’obiettivo di sostenere le famiglie e contrastare il calo delle nascite nella nostra Nazione”. A spiegare il provvedimento è la parlamentare di Fratelli d’Italia, Grazia Di Maggio. “Grazie alla nuova Legge di Bilancio che attende l’approvazione definitiva dal Senato, le famiglie con un ISEE inferiore a 40mila euro potranno beneficiare di un bonus una tantum di 1000 euro per ogni nuovo nato; o adottato a partire dal 1 gennaio 2025. Inoltre, l’assegno unico universale, già in vigore, sarà potenziato del 50% per il primo anno di vita del bambino. Questo assegno che varia da un minimo di 57 euro a un massimo di 199 euro mensili per ISEE inferiori a 17mila euro, sarà rivalutato al costo della vita attuale”.
Ma c’è anche altro in manovra: “Per le famiglie con almeno tre figli l’importo dell’assegno sarà ulteriormente incrementato. Nel primo anno di vita il sostegno economico complessivo per un neonato potrà arrivare fino a 5.500 euro, cifra che può salire a oltre 7mila in presenza di due o più fratelli. A questi aiuti nazionali – precisa Di Maggio – si aggiungono i contributi locali, professionali e aziendali,;nonché il bonus nido, che sarà innalzato a 3600 euro per le famiglie con ISEE sotto i 40mila”. Sinistra e opposizioni in queste ore straparlano di Manovra “nata morta” e si appellano a mille cavilli procedurali. Il governo invece fa i fatti. Perché “queste misure rappresentano un passo importante per rendere la genitorialità più attrattiva e sostenibile; in un contesto di crescente denatalità. Il governo continuerà a lavorare per garantire un futuro migliore alle famiglie italiane. Riconoscendo il valore sociale della maternità e della paternità”, specifica Grazia Di Maggio.
Il disegno di legge di Bilancio, approvato dalla Camera, approderà nell’Aula del Senato venerdì 27 dicembre alle 14. Lo ha annunciato la vicepresidente e presidente di turno dell’Assemblea, Licia Ronzulli, dopo la lettura del parere favorevole espresso dalla commissione Bilancio, che ora inizierà l’esame del Testo, mentre le altre commissioni saranno chiamate ad esprimere i parerei consultivi. C’è poi tempo fino all 17 per gli emendamenti. “Stiamo aspettando per verificare la capacità della minoranza di fare emendamenti”; e “se ce ne fossero pochi, si potrebbe pensare di discuterli ed affrontarli” senza porre la fiducia sulla manovra”. E’ quanto ha spiegato Guido Liris (Fdi), relatore in commissione Bilancio del Senato della manovra.
Il termine per la presentazione degli emendamenti, è stato stabilito dall’ufficio di presidenza, è alle 17. “Abbiamo la convinzione, perché rispettiamo la dignità del Parlamento,” che “se non ci dovesse essere un clima di ostruzione, ma qualche decina di emendamenti, non sarebbe un problema affrontarli in un clima anche di forte collaborazione, di critica, di dibattito e di esame approfondito”; e “se ci fosse questa volontà non andremo a mettere la fiducia”. Mentre, ha aggiunto, “se ci fosse un clima di ostruzione da parte della minoranza con 1.000 emendamenti” questi “non si prenderebbero in considerazione per motivi di tempo. L’esercizio provvisorio non è ipotizzabile neanche lontanamente”, ha avvertito Liris.
Intanto, è il senatore di FI Gasparri a sintetizzare i pilastri della manovra: “Il taglio del cuneo fiscale aumenta il reddito reale di lavoratori e famiglie. Con le misure economiche del centrodestra abbiamo il record dell’occupazione, il crollo della disoccupazione, meno spread e meno inflazione. Gli altri sprecavano soldi, noi creiamo lavoro ed impresa”, ha detto il senatore azzurro al Tg2.
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