pavia
Cucina della memoria e del territorio, come si mangiava dalla nonna, come “Ceraunavolta”, che poi è il nome del locale aperto nel centro storico, a due passi da piazza della Posta, in quello che un tempo era il Bar Bordoni. «La nostra idea – spiega Franco Ingenito, che insieme a Nico Luberto ha dato il via a questo progetto – era aprire una trattoria con prodotti del territorio. Abbiamo effettuato una selezione di eccellenza di salumi e formaggi, quindi abbiamo inserito piatti tipici della tradizione non solo dell’Oltrepo. La nostra è una cucina semplice come la pasta fatta in casa dallo chef Fabio Giardina, in grado di risvegliare i ricordi del pranzo della domenica in famiglia e le porzioni generose, come quelle della mamma. Il menù cambia giornalmente: a pranzo a prezzo fisso e alla sera, oltre alla carta alla portata di tutti, c’è un menù degustazione ad un prezzo contenuto». Il nome ricorda le trattorie di un tempo, con l’oste Mirko Quirino che riceve i clienti. «In centro locali così non ce ne sono – sottolinea l’altra socia Carolina Seminerio – lo abbiamo arredato in modo colorato e accogliente, sono presenti tanti oggetti di ieri, grazie alla collaborazione con l’artista pavese Lele Picà che ci ha fornito l’oggettistica vintage, dalla insegna “fiaschetteria” al telefono in bachelite. La musica di sottofondo? Brani italiani dagli anni ’60 agli anni ’90». I tavoli in legno recuperato, i piatti e i bicchieri sono tutti diversi, con l’unica nota comune la classica tazza in ceramica dove bere il vino. Si può leggere il menù su una grande lavagna altrimenti è scritto in stampatello su fogli di protocollo a righe. Il servizio bar? Caffè e torte fatte in casa. maurizio scorbati