Domanda: quanto può essere considerato concorrenziale un servizio che garantisce il totale riserbo dei dati personali di un utente rispetto a un altro servizio che, invece, dal 3 gennaio sarà obbligato a raccogliere informazioni anche molto sensibili per chi ne usufruisce? La risposta è semplice: in un momento storico in cui c’è molta più attenzione per i dati personali e in cui la cultura della privacy ha iniziato a penetrare maggiormente, il servizio che traccia l’utente non può considerarsi concorrenziale. È questa la tesi degli NCC che, in questi giorni, si sono visti confermare – attraverso un decreto attuativo e una circolare ministeriale – una legge del 2018 che prevedeva la compilazione e la firma di un foglio di servizio per NCC, con al suo interno i dati del veicolo, ma anche quelli dell’utente del servizio.
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Per ragioni di sicurezza, infatti, sin dal 2018 era stato previsto che il foglio di servizio in formato cartaceo doveva essere presentato in versione digitale, inserendo al suo interno targa del veicolo, generalità del conducente, data, luogo e chilometri di partenza e di arrivo, orario di inizio servizio, destinazione e orario di fine servizio, generalità del fruitore del servizio. In seguito a questa compilazione e alla relativa firma del foglio di servizio elettronico, queste informazioni saranno a disposizione di polizia, carabinieri, guardia di finanza, comuni e vari enti con la titolarità del ministero dell’Interno.
Come vedremo in un altro articolo del nostro monografico di oggi, il Garante della Privacy aveva già espresso un parere in merito a questa previsione. Secondo l’autorità sussisteva una sproporzione tra la tipologia del servizio e i dati messi a disposizione delle autorità collegati al servizio stesso. Nonostante questo, l’attuale governo si è limitato a rendere attuativa questa legge e a prevedere il suo avvio a partire dal 3 gennaio 2025.
Un governo che vede la titolarità dei dicasteri dei Trasporti e dell’Interno (sia in maniera diretta, sia in maniera indiretta) vicina a quel partito – la Lega – che, in tempi di pandemia, aveva fortemente criticato l’esecutivo per alcune misure del tracciamento dello spostamento della popolazione, come ad esempio il green pass. Di fatto, chiedendo agli NCC di compilare elettronicamente il foglio di servizio e di mettere a disposizione delle autorità questi dati per i successivi tre anni, il governo sta dando seguito a una legge che prevede di tracciare gli spostamenti degli utenti del servizio. Il tutto è ancora più dissonante, come si diceva all’inizio, se si prende in considerazione che questa previsione non è uniforme e non vale per tutti i servizi di trasporto (si pensi, ad esempio, ai taxi che non sono affatto colpiti da questo decreto attuativo e dalla relativa circolare ministeriale). Insomma, ancora una volta c’è una questione di dati personali che viene presa sotto gamba dall’esecutivo e – in più – c’è una disparità di trattamento tra la categoria dei tassisti (a cui questo esecutivo sembra tenere particolarmente) e gli NCC, compresi gli Uber. Questi ultimi, nei giorni scorsi, avevano indetto una giornata di mobilitazione, giustificandola con l’appesantimento burocratico delle loro mansioni. Ma qui, si va ben oltre rispetto a un foglio da firmare in più.
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