Una lunga storia, senza lieto fine – al momento. Perché il legislatore ha sempre dovuto far fronte a due esigenze: quella di garantire la libera circolazione delle persone e quella di garantire la sicurezza ai cittadini. A volte, in questo combinato disposto di due esigenze, vengono fuori dei mostri. Esattamente come era avvenuto, nel 2008, con l’introduzione del Foglio di Servizio (semplice e in formato cartaceo) che richiedeva ai conducenti a noleggio di conservare i dati dei loro spostamenti su un foglio di carta per i 15 giorni successivi allo spostamento stesso. Una norma che, tuttavia, non ha mai avuto particolarmente successo e che è stata molte volte ignorata dallo stesso legislatore. Fino al 2018, quando la storia del Foglio di Servizio diventa la storia del Foglio di Servizio elettronico.
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Nel 2018 – il presidente del Consiglio era Giuseppe Conte -, era intervenuto sulla materia anche il Garante della Privacy, che aveva spiegato come i dati richiesti dal Foglio di servizio elettronico «possono essere suscettibili di disvelare anche dettagli sensibili della vita degli stessi cittadini» e che, pertanto, «non risulta conforme al canone di proporzionalità» previsto dalla normativa per la protezione dei dati personali. Insomma, se è vero che il Garante aveva messo in evidenza come questo schema non fosse affatto coerente, ancora una volta l’atteggiamento delle istituzioni italiane è stato quello di prendere sotto gamba il problema.
Tant’è che si è arrivati all’attuale governo, al decreto attuativo e alla circolare ministeriale che farà entrare in vigore definitivamente questo FSDE dal 3 gennaio prossimo. Anche in questa circostanza, tuttavia, c’è stato un parere dell’autorità di piazza Venezia. E ancora una volta, il Garante ha sottolineato come, nonostante il parere chiarissimo rispetto al Foglio di Servizio elettronico, il governo sia andato dritto per la sua strada, pur avendo la piena consapevolezza dell’opinione dell’autorità. Una questione, insomma, che potrebbe portare a problemi molto seri in futuro.
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