Israele ha annunciato la chiusura della propria ambasciata in Irlanda, citando la decisione di Dublino di aderire a una petizione presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) all’Aia, accusando Israele di genocidio.
La decisione è stata comunicata dal ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar, il quale ha dichiarato che è stata motivata dalla “estrema politica anti-israeliana” del governo irlandese, in particolare dalla scelta di unirsi alla petizione presso la Corte Internazionale di Giustizia.
Tuttavia, Israele non ha adottato misure simili nei confronti di altri paesi, tra cui Egitto, Spagna e Messico, che hanno anch’essi aderito alla petizione.
“Va sottolineato che in passato l’ambasciatore israeliano a Dublino era stato richiamato dopo la decisione unilaterale dell’Irlanda di riconoscere uno ‘stato palestinese’,” ha aggiunto Sa’ar, sottolineando che la mossa “era stata determinata dall’annuncio irlandese di sostegno all’azione legale del Sudafrica contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), accusando Israele di ‘genocidio.’”
Sa’ar ha inoltre dichiarato: “Le azioni e la retorica antisemita utilizzate dall’Irlanda contro Israele sono radicate nella delegittimazione e demonizzazione dello Stato ebraico, accompagnate da doppi standard. L’Irlanda ha superato ogni linea rossa nei rapporti con Israele.
Israele investirà le sue risorse per sviluppare relazioni bilaterali con paesi in tutto il mondo, seguendo priorità che tengano conto anche delle posizioni e delle azioni di questi Stati nei confronti di Israele.”
Il primo ministro irlandese Simon Harris ha definito la decisione “profondamente deplorevole” e ha respinto fermamente l’accusa che l’Irlanda sia anti-israeliana.
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