Il sole romano illumina l’ultima giornata di Atreju, mentre nella sala Cristoforo Colombo al Circo Massimo le voci della politica di destra scaldano la platea. Galeazzo Bignami, fresco capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, punge sardonico l’opposizione: «Dobbiamo dire grazie anche a loro. I loro fallimenti ci ricordano i nostri successi. Dicevano che con questo governo lo spread sarebbe schizzato, e oggi è poco sopra i 100. Gridavano al crollo dell’occupazione, ma siamo ai massimi storici nella Repubblica. E Landini? Sciopera perché l’unico posto di lavoro a rischio è il suo. Un governo che ottiene questi risultati lo mette in difficoltà».
Malan: “Atreju, il luogo del confronto anche con chi non la pensa come noi”
Uno spartito non dissimile da quello di Lucio Malan. «Non sono i giudici a fare il gioco della sinistra – premette il presidente dei senatori FdI – è la sinistra a fare il gioco dei magistrati politicizzati», afferma con forza. «Se avesse vinto la sinistra, oggi avremmo un’Italia dove l’immigrazione è selvaggia, dove chiunque può entrare e nessuno può essere espulso. Solo in Italia – attacca Malan – i magistrati bloccano i rimpatri, mentre in Germania possono rimandare tranquillamente le persone in Afghanistan».
Del Debbio: “Giorgia Meloni profuma di popolo”
Tra gli oratori non politici, Paolo Del Debbio strappa applausi e sorrisi. Un intervento quello del conduttore Mediaset, che racconta molto del valore politico e umano di Giorgia Meloni: «Meloni profuma di popolo. Quello che per la sinistra è un puzzo, per noi è un profumo: il profumo del popolo che lavora e lotta». «Io ho capito che lei avrebbe avuto un futuro perché ho conosciuto la famiglia», confessa, sottolineando proprio i valori e l’essenza di Giorgia come donna del popolo che è sempre vissuta al fianco della comunità.
Ma non manca l’ironia, il giornalista regala alla premier un pacco di 78 evidenziatori, metà per gli impegni nazionali e metà per quelli internazionali, in ricordo delle sue interviste passate in cui Meloni si presentava con appunti sottolineati in mille colori. «Se non bastano, Giorgia, te ne porto altri», scherza Del Debbio.
Lupi: “La diversità è una ricchezza, non una debolezza”
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, porta l’attenzione sul valore dell’unità nella coalizione: «Le diversità non sono un ostacolo, ma una ricchezza. Per noi, la sovranità appartiene al popolo, non al potere di turno. Dobbiamo dare alle persone la possibilità di rialzarsi, non mantenerle in un assistenzialismo eterno».
Il leader di Noi Moderati demolisce poi la crociata per il “salario minimo”, definendolo un «obbrobrio». «La libertà sta nel dare alle persone strumenti per camminare con le proprie gambe», dice a chiare lettere.
Tajani: “Uniti nel nome dei valori comuni”
Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, ricorda le radici della coalizione, legandole al patto del 1994 firmato sotto la guida di Silvio Berlusconi. Con un appello alla stabilità, lancia la sfida del futuro: «Dobbiamo arrivare al 51%, il sogno di Berlusconi. Le diversità servono a rafforzarci, non a dividerci. La nostra forza è l’amicizia e la lealtà, valori che ci permettono di combattere battaglie comuni, di dire le cose in faccia senza mai pugnalare mai nessuno alle spalle».
Salvini: “Alla faccia dei gufi, con Meloni fino al 2032”
In collegamento, Matteo Salvini sfodera il suo stile battagliero. «Ringrazio Giorgia perché abbiamo lavorato benissimo insieme. Alla faccia dei gufi, non ce n’è per nessuno». Il vicepremier si dice pronto inoltre a difendere le sue scelte davanti ai giudici, nel processo Open Arms: «Difendere i confini non è reato. Vado a testa alta, perché l’onore e le leggi di un Paese vengono prima di tutto».
Roscani: “Contro di noi, violenti odiatori”
Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, denuncia gli attacchi ai ragazzi di destra, anche mediatici: «Ci sono giornalisti che insultano Meloni con frasi sessiste, professori che celebrano i brigatisti. Vorrebbero vederci sparire dalle scuole e dalle piazze, ma noi siamo ancora qui. Mettetevi l’anima in pace». «Ci davano per spacciati, oggi Giorgia Meloni è uno dei leader più influenti in Europa. Chi ci voleva isolati è rimasto lui stesso isolato», non dimentica di far notare Roscani fra gli applausi dei suoi ragazzi.
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