Dopo l’impresa nel Challenger di Temuco, in Cile, dove in due ore e 34 minuti è riuscito a battere – in finale – l’argentino Ugo Carabelli e a diventare così il primo tennista libanese ad imporsi in un torneo Challenger, Hady Habib vuole continuare a macinare sogni e risultati lungo il suo percorso. Già, perché il ventiseienne originario del Texas ma naturalizzato libanese, per l’appunto, proverà a rappresentare al meglio il proprio Paese anche nella prossima edizione dell’Australian Open (dove proverà ad accedere attraverso le qualificazioni conquistate con la suddetta vittoria in Cile).
Non solo. Per Habib, che da lucky loser è stato sconfitto per 6-3 6-1 da Carlos Alcaraz nel primo turno del singolare maschile delle Olimpiadi di Parigi, vi è stato un cambio di programma per ciò che concerne l’offseason. Il numero 216 del mondo, infatti, ha stravolto i suoi piani, rinunciando alle vacanze natalizie in Libano per per allenarsi in Sud America con il suo allenatore argentino. Quello stesso Libano che sta vivendo molto da vicino il conflitto di Gaza.
“Dopo la vittoria in Cile ho provato una gioia immensa“, ha raccontato il tennista nativo di Houston al quotidiano “The National“. “Avevo avuto un paio di settimane difficili prima di allora.“. Ha continuato. “Questo era un mio obiettivo e riuscire a raggiungerlo in quest’ultimo torneo ed essere il primo libanese a vincere un Challenger, è stata una gioia immensa.”.
Poi, l’attenzione di Habib si è spostata sull’Australian Open e sulla soddisfazione di rappresentare il proprio Paese. “Sono riuscito a portare qualcosa di positivo e a dimostrare la mia resilienza. Tutti coloro che vivono fuori dal Libano ti diranno la stessa cosa: è orribile vedere cosa sta succedendo in un paese che tutti amiamo così tanto.”. Ha sottolineato il classe ’98. Per poi chiosare: “Ho dei parenti in Australia che verranno a vedermi, sarà fantastico.“