Tutto è partito da una scatola piena di fotografie. Scatti di fine Ottocento e d’inizio Novecento, passati da nonna a nipote e ormai sfumati nei contorni documentali, perché il proprietario – il compianto cividalese Pierino Tolazzi – ormai non sapeva di chi fossero i volti immortalati. Era certo solo di due cose, anzi di tre. Primo: quel corpus raccontava una storia di emigrazione friulana, a Vienna, inizialmente, e poi in Bulgaria. Secondo: la figura che compariva nelle immagini era certamente un parente di sua nonna. Terzo: non c’era modo migliore, per far fruttare il piccolo ma significativo patrimonio di memoria perduta, che affidarlo all’amico scrittore Franco Fornasaro, mente e penna in perpetuo movimento, soprattutto sui temi legati alle radici, agli esodi, alle migrazioni.
«Mi consegnò il plico di foto e mi disse: “Conoscendoti, ne uscirà un libro” », racconta il farmacista-letterato, che non ha deluso le aspettative di Tolazzi e che ora, a qualche anno dalla sua scomparsa, gli rende omaggio con il romanzo storico “Amilcare. .. l’amico di Dio” , che sarà presentato al pubblico nel pomeriggio di domenica 15 dicembre, alle 15.30, in Centro San Francesco, nella città ducale.
Infiniti gli spunti che escono dalla vicenda d’invenzione costruita da Fornasaro sullo sfondo di fatti accaduti e documentati: dal 1866, data dell’annessione del Friuli all’Italia, la saga si sviluppa fino al 1952, passando da Udine a Vienna e arrivando poi in Bulgaria, attraversando due guerre mondiali e correndo attraverso tre generazioni, quelle di un avo del protagonista, il sacerdote don Agostino Baldassi, di Amilcare Pontonutti (un appassionato fotografo, riprodotto in copertina) e della sua discendenza, nata dall’unione con una donna bulgara – Eudokija Kostadinov – a sua volta nipote di un pope.
Alla tematica dell’allontanamento dalla terra natale si intreccia strettamente, così, il fattore religioso, l’aspetto delle “sfumature” della cristianità, evocate e illustrate anche tramite l’arrivo e la permanenza in Bulgaria del futuro papa Giovanni XXIII, Angelo Giuseppe Roncalli, che dopo l’ordinazione episcopale (nel 1925) partì per il Paese straniero con il compito di provvedere ai gravi bisogni dei cristiani cattolici dei riti latino e orientale, sparsi in tante piccole comunità. «La sua presenza – ricorda Fornasaro – ebbe un’importanza davvero notevole nelle dinamiche di settore: pose il primo mattone dell’ecumenismo».
Il ragionamento sulle interrelazioni tra fedi offre pure un interessante excursus su una pagina sconosciuta ai più, quella dei sacerdoti e delle suore eucaristini, cattolici di rito orientale di cui tuttora esistono alcune comunità, in Bulgaria, «dove nel periodo del comunismo – spiega l’autore – patirono indicibili angherie».
Un affresco composito, dunque, quello offerto da Amilcare... l’amico di Dio , che tocca anche la sfera dell’ebraismo: durante la seconda guerra mondiale, infatti, la Bulgaria – come avvenne, in parte, in Danimarca e in Svezia – si rifiutò di consegnare gli ebrei ai tedeschi. «I 50 mila che vivevano in Bulgaria – conclude Franco Fornasaro – vi restarono, in qualche modo protetti». I contenuti dell’opera saranno illustrati da Emilio Fatovic. —