Quindici comitati, che presto diventeranno venti, e spaziano da Mestre al centro storico, centinaia di adesioni e un cartellone di iniziative che abbraccia tutto il 2025 e il 2026.
È scesa in campo sabato, con una iniziativa in piazzetta Pellicani, “La città che vogliamo”, forza civica cittadina che nasce dalla collaborazione di singoli, comitati, associazioni ambientaliste, gruppi informali, tutti con un obiettivo: «Far sentire la loro voce per difendere la città dalle scelte dell’amministrazione Brugnaro» in vista delle amministrative 2026. Tra i promotori anche il consigliere comunale della civica “Tutta la città insieme!” Giovanni Andrea Martini.
Una compagine che annuncia una lista civica fatta di volti noti e meno, che vuole far pesare le richieste della città. «Partiamo già da un certo 4%» esordisce Michele Boato, fresco dei presidi fronte municipio post scandalo Palude, «ma puntiamo a diventare ancora più forti».
I propositi della rete sono: «Portare a conoscenza della cittadinanza i problemi della città e cercare di capire, con la gente, come dovrebbero essere affrontati e risolti; risvegliare l’interesse di tanti cittadini che sentono lontano il richiamo dei partiti e che, sempre di più, scelgono di non votare».
A gennaio un grande incontro al Candiani, durante il quale sarà approfondito il programma elettorale.
Tra gli aderenti ci sono ABC-Ambiente Bene Comune, Amico Albero, Boulè, Comit4to, comitato Parco Bissuola, FaVeRAT- Famiglie Veneziane Rovinate dagli Affitti Turistici, I Fioi de Marghera, Lido d'Amare, Rete solidale per la Casa, Salviamo Cannaregio, Tutta la Città insieme e molti altri.
Tra gli obiettivi: basta cemento, no a nuovi centri commerciali, sostegno ai negozi di vicinato. A parlare, ieri Miranda Cortes, Comitati Boulè e Comit4to, Susanna Polloni, che ha messo in luce il disagio abitativo di Venezia, e ancora Manfredo Manfroi – comitato Faverat – Claudio Sensini e infine Giovanni Andrea Martini.
Ciascuno ha portato alla luce un problema focale, dai mezzi di trasporto pubblico – inadeguati – alla sottovalutazione delle distorsioni del turismo di massa. Nel frattempo il progetto raccoglie sottoscrizioni, già 1200, per chiedere un consiglio comunale che discuta in merito alle dimissioni della Giunta.
Spiega Boato, tra i capofila della nuova compagine, assieme a Martini. «Confluiamo in questo progetto, abbiamo un nostro programma: per noi è espressione di quanto fatto in questi mesi ed è in fieri. Ci sono quindici comitati, altri cinque stanno valutando di farne parte. Non vogliamo portare via elettori degli altri partiti, vogliamo parlare a chi ha deciso di non votare più».