Tutti pazzi ad Atreju per Javier Milei, ospite d’onore della kermesse di Fratelli d’Italia al Circo Massimo che, dopo un maratona di 7 giorni, si concluderà domenica con l’intervento di Giorgia Meloni. Ed è proprio la premier, fuori scaletta, a presentare dal palco l’amico Javier che viene accolto dalla platea con un’ovazione al grido di “libertà libertà”. “Sono molto contenta di avere Milei qui stasera. Dobbiamo ringraziare questo ospite che ha fatto un viaggio lungo per partecipare a questa edizione di Atreju. Lui sta portando una vera rivoluzione culturale in una nazione sorella dell’Italia. Come noi – ha detto la premier riassumendo le ragioni di una ‘fratellanza’ – condivide l’idea che una politica fatta solo di sussidi è una politica che porta i Paesi verso il baratro. E come noi sa che il lavoro è l’unico antidoto vero per la povertà”.
La leader di FdI ha invitato il popolo di Atreju a tributare un grande applauso al presidente argentino. Noblesse oblige, ma sarebbe scattato lo stesso a giudicare dal delirio della platea per l’ospite argentino che ha sedotto con il suo intervento appassionato che si è concluso con “Viva la libertà e il lavoro”, scandito tre volte. “La destra deve lottare unita come una falange di opliti o come una legione romana, dove nessuno rompe la formazione”, ha detto dal palco il presidente argentino, che ha sottolineato la sua “ammirazione per l’antica Roma” che “non viene da adesso ma da molti anni”. È stata la ciliegina sulla torta per infiammare i presenti, giovani militanti, dirigenti di FdI, elettori e simpatizzanti. Obiettivo ambizioso ma alla portata: creare una internazionale di destra, contro la sinistra che ha il culto del potere.
“Il sistema delle caste privilegiate sta collassando”, ha spiegato Milei, che ha detto di sentirsi a casa a Roma. “L’infermità dell’anima woke incontra sempre più resistenza dentro una società che cerca nuovi rappresentanti, leader che segnino il cammino. Noi difendiamo una causa giusta e nobile, molto più grande di ognuno di noi. Noi persone siamo meri strumenti per questa causa. E dobbiamo essere disposti a dare la vita per questa. Parlo della linea storica dell’Occidente, una causa intergenerazionale, un filo che scorre lungo millenni. Si tratta di una causa giusta, che ci supera come persone, per cui non c’è posto per ambizioni personali”, ha detto Milei citando Lenin. “Senza teoria rivoluzionaria non ci può essere un movimento rivoluzionario”.
Il feeling della destra italiana con il presidente argentino, con buona pace delle goffe invettive della sinistra (che ha fatto polemiche pure sulla concessione della cittadinanza italiana) è ricambiato. Lo dimostrano, prima del ‘bagno di folla’ al Circo Massimo, il bilaterale a Palazzo Chigi con la premier Meloni, salutata sotto una pioggia scrosciante con le parole “Como estás mia amiga?” e poi abbracciata. Un’occasione ufficiale per rinsaldare il già solido partenariato tra Italia e Argentina, e la lunga intervista esclusiva di Milei a Nicola Porro per Quarta Repubblica, che sarà trasmessa lunedì sera. Fin dall’incipit il presidente argentino sottolinea lo “straordinario coraggio” dell’amica Giorgia. “È una donna veramente coraggiosa, dotata di grande flessibilità quando si tratta di portare avanti situazioni difficili. È ammirevole”.
Alla premier italiana riconosce un ruolo centrale nello scacchiere europeo (“Noi in Europa parliamo con lei”). “Non c’è dubbio, io, Trump e Meloni stiamo cambiando la visione del mondo. È terminata questa peste socialista woke: peggio di una peste, un cancro”, ha detto Milei. “I nostri nemici sono le idee socialiste, è la sinistra”. Poi ha passato in rassegna i successi del suo primo anno di governo respingendo la vulgata sull’impopolarità delle sue misure. Risultati riconosciuti dalle cancellerie e dall’Economist. “Noi il taglio non lo abbiamo fatto sulla gente per bene, abbiamo tagliato le spese su cui la politica ruba e le opere pubbliche. Sulla spesa sociale, fondamentalmente, abbiamo eliminato gli intermediari, che si tenevano la metà del denaro che ricevevano”.
L'articolo Tutti pazzi per Milei ad Atreju. Meloni: “Grazie per esserci”. Il presidente: “Avanti come una falange” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.