Settembre 2023, Valencia. La Repubblica Ceca supera la Serbia di Novak Djokovic (che scende in campo solo in doppio e a risultato già deciso); il numero 151 del mondo Jakub Mensik impiega meno di un’ora per spegnere le velleità dell’esperto Dusan Lajovic e siglare il primo punto nel singolare per lui d’esordio nella manifestazione. Cinquantaquattro minuti durante i quali la sua potenza si esplica in undici ace (in dieci turni di battuta) e in un complessivo 30 su 32 punti conquistati con la battuta principale. Solo due settimane prima New York lo aveva visto debuttare, non ancora diciottenne, nel circuito con un terzo turno perso per mano di Taylor Fritz.
Ottobre 2024, Shanghai. Poco più di un anno dopo il tennista di Prostejov avvicina la top 50 (che raggiungerà a fine stagione, al numero 48 della lista definitiva) superando il numero sei del mondo Andrey Rublev e negli ottavi il numero dieci Grigor Dimitrov. Il ragazzone dal servizio tremendo si è trasformato, completandosi tecnicamente e tatticamente; ora convoglia più puntualmente le sue sassate nei confini descritti dalle righe e sa spendere pazienza per contrattaccare. La tempestività con cui esegue è il frutto di una stagione dove è mancato forse l’acuto della vittoria in un torneo ma non la dedizione alla ricerca del miglioramento continuo.
La vittoria con il genio bulgaro è infatti un capolavoro di esuberanza ma anche di nuove risorse tennistiche e di senno, della capacità di leggere le iniziative improvvise e non facilmente intellegibili di Grisha. Jakub è felice come mai sul court e lo dimostra nei quarti vincendo con Djokovic il primo set al tie-break dopo aver recuperato da 4-5 con il servizio nelle mani del campione serbo. Nole vince perché alla distanza il suo rivale si rivela ancora acerbo per guardarsi fino in fondo dalla sua intensità di gioco, ma il crescendo in coda di stagione del teenager ceco è più di una promessa, più di un presagio per il 2025. E anche per le Next Gen ATP Finals presto in scena a Jeddah.
Fresco di riconoscimento dall’ATP come Newcomer of the Year, Mensik è il tennista più atteso al torneo in terra araba: moravo come Barbora Krejcikova e Karolina Muchova, moravo come Ivan Lendl, imprescindibile gloria del tennis delle sue parti, ancorché di passaporto americano. Se l’altro ragazzo del 2005 Jungchen Shang denuncia misure quasi da brevilineo, Jakub è invece il prototipo del tennista moderno con i suoi 193 centimetri di statura e 83 chili di peso; appartiene alla categoria degli attaccanti da fondocampo che non disdegnano la discesa a rete per chiudere definitivamente gli spazi all’avversario, che magari già hanno messo nell’angolo con il lavoro dalla linea di fondo.
Come Ben Shelton e Jack Draper, tanto per citare due esempi anche per vicinanza anagrafica, Mensik costruisce a partire dalla battuta e dalla ricerca immediata della profondità; comanda di dritto ma la sua capacità di uscire dalla diagonale del rovescio, da sinistra ma anche da posizione centrale con traiettoria “a uscire”, si è affinata e va ad arricchire una faretra già affollata di espedienti di gioco assai efficaci.
Il giovanotto del 2005 sembra avere in prospettiva qualcosa di più dei due colleghi già citati; rispetto a loro Mensik nel 2024 ha una percentuale di punti con la inferiore sia con la seconda palla (47,3 contro 50,9 del britannico e 54,5 dell’americano) che con la prima (73.6 contro 78 e 75,5); c’è qualche errore gratuito di troppo quando deve spingere sul ritorno di un secondo servizio. Probabilmente errori di fretta o per eccesso di irruenza, ma Jakub dà la sensazione di essere più solido degli altri due dalla riga di fondo.
Il riconoscimento di novità tennistica dell’anno, assegnato tra gli altri a Sinner (2019), Alcaraz (2020) e Rune (2022) è una responsabilità in più per un ragazzo che può già essere tra i protagonisti a Melbourne a gennaio nel classico ruolo della mina vagante; vedremo se questa concreta prospettiva si sarà riflessa nella preparazione dell’evento in Medio Oriente, orientandone gli obbiettivi di piena efficienza verso gennaio. In generale il giovane pare comunque avere serietà di comportamento e spalle larghe non solo in senso letterale: tre giorni or sono proprio il sito dell’ATP ha pubblicato l’intervista al tennista ceco nella quale si racconta della sua visita presso l’istituto Jistota proprio a Prostejov.
La scuola accoglie alunni con disabilità, e tra di essi figura Lukas, il fratello di Jakub. “Sto vivendo” – dice Mensik su Instagram – “il mio sogno di giocare nelle arene più belle del mondo, di incontrare le leggende di questo sport, di viaggiare e conoscere culture diverse. Sono fortunato per tutto questo ma soprattutto perché godo di perfetta salute! Non tutti sono così fortunati, lo so bene non solo per il mio meraviglioso fratello, che ha un disturbo dello spettro autistico, ma anche per i suoi compagni di classe. Sono lottatori” – conclude Jakub – “che non si arrendono davanti ad alcuna difficoltà, proprio come i loro fantastici tutor”.
Vedendolo così giovane, imponente e violento nei colpi, potremmo immaginarcelo anche spavaldo e guascone, esuberante come il suo tennis; sotto la maglietta di Jakub c’è anche spazio per un cuore tenero. Solo off court però, come abbiamo già imparato ammirandolo in campo.