Torna in auge il caso Sinner-Clostebol. A commentare la vicenda, ora, è Olivier Niggli, il direttore generale della WADA, l’agenzia mondiale antidoping che lo scorso 28 settembre ha presentato ricorso al TAS di Losanna rigettando la sentenza di assoluzione stabilita, invece, dal Tribunale indipendente.
Il numero uno al mondo, che sui social ha annunciato di aver ripreso gli allenamenti in vista della nuova stagione, era risultato positivo a tracce infinitesimali di Clostebol, una sostanza dopante vietata, lo scorso marzo 2024. Dopo aver giocato in attesa di essere giudicato dal Tribunale, l’International Tennis Integrity Agency (ITIA) aveva stabilito non ci fossero colpe o negligenze da parte del tennista azzurro che, ritenuto quindi innocente, è stato libero di scendere in campo e vincere numerosi tornei, tra cui la Coppa Davis, le ATP Finals e gli US Open.
Ed è proprio sull’assenza di negligenza che il principale organo internazionale in materia antidoping si dice contrario. Nonostante di recente ci sia stata un’apertura sulla possibilità di ritenere validi i casi di microdosaggio, il direttore generale della WADA si è espresso così sull’assoluzione del tennista altoatesino: “Nella decisione si è ritenuto che non vi fosse alcuna colpa di Sinner. La nostra posizione è che esiste ancora una responsabilità dell’atleta nei confronti di coloro che lo circondano. Quindi è questo punto giuridico che sarà discusso al TAS”, ha detto all’agenzia di stampa France Presse.
Appare dunque chiara la volontà della WADA di procedere contro il tennista affinché venga ribaltata la decisione del Tribunale indipendente. Se il TAS dovesse accogliere la richiesta dell’agenzia antidoping, Sinner rischierebbe da uno a due anni di squalifica: “Non contestiamo il fatto che possa essersi trattata di contaminazione, ma riteniamo che l’applicazione delle norme non corrisponda alla giurisprudenza”, ha aggiunto Niggli.
Ancora non è stata ufficializzata, invece, la data in cui si svolgerà l’udienza presso il tribunale sportivo di Losanna. Ma il TAS ha già pubblicato le date dei processi che si svolgeranno fino all’11 febbraio e il nome del tennista italiano non compare nell’elenco. Fermo restando la convinzione per cui Sinner abbia una responsabilità sulla positività riscontrata al Clostebol, Niggli conclude dicendo: “Personalmente, penso che proteggere la reputazione di un atleta debba essere la nostra prima preoccupazione – spiega – Viviamo in un mondo in cui i social media sono quello che sono e fanno sì che la tua reputazione possa andare in fumo in un lasso di tempo molto, molto breve”.
L'articolo Caso Sinner-Clostebol, il direttore della WADA sul ricorso per doping: “Pensiamo abbia una responsabilità” proviene da Il Fatto Quotidiano.