Il silenzio assordante degli Elkann non intacca l’interesse dell’Italia per l’automotive, soprattutto dopo l’addio di Tavares dalla guioda di Stellantis. Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini è intervenuto ad Atreju con una posizione forte: “Spero che l’uscita di Tavares possa, sia a Stellantis che ad Elkann, dare la possibilità di dimostrare che vuole bene al Paese”. Il richiamo di Orsini rappresenta un appello alla sensibilità di John Elkann, ma anche un’occasione di chiarire quali siano gli obiettivi futuri per il potenziamento dell’industria automobilistica nella penisola, perché l’Italia attende da tempo una risposta anche sulle normative “green” varate, disastrosamente, dalla Ue. Al centro dell’attenzione di Orsini, ad Atreju, proprio il pessimo contributo del Green deal sul settore delll’automotive.
Orsini ha preso una netta posizione chiarendo che il patto ambientalista metterebbe “a rischio 270mila posti di lavoro in Europa e in Italia ne sono a rischio 70mila nella filiera automobilistica” aggiungendo che questa sia “un’eccellenza riconosciuta al mondo”. Il presidente di Confindustria ha poi spiegato che “”L’industria italiana ed europea sono vicine all’ambiente, l’Onu le ha dichiarate le migliori al mondo per le emissioni con un 7% di quelle totali”, andando oltre le solite autoflagellazioni di chi crede che l’Europa e l’Occidente abbiano problemi ambientali più forti dell’Oriente. A proposito del continente asiatico, Orsini ha ricordato che “non è possibile regalare la tecnologia ai cinesi” e di conseguenza “al centro va messa la neutralita’ tecnologica, non si chiude una tecnologia per una norma”.
“E necessario rimuovere “subito” le multe che scattano da gennaio nel quadro degli obiettivi del green deal Ue per l’automotive, ha detto dal canto suo il ministro per le Imprese Adolfo Urso intervenendo ad Atreju.
“Noi – afferma – abbiamo capito prima degli altri che si stava profilando la Caporetto dell’auto europea. Perché non abbiamo una visione ideologica, ma pragmatica e responsabile su come affrontare la transizione ecologica e la politica industriale”. L’Italia, ricorda Urso, ha presentato un paper per rivedere “le modalità , le regole ed il percorso per la piena decarbonizzazione, senza modificare il target ma creando le condizioni” per “salvare l’industria europea” e per evitare che “alla fine del percorso Ue”, senza revisione, ci ritroviamo “con zero industria nell’Unione europea”.
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