La crisi in Siria deflagrata con la rivolta dei jihadisti e la caduta del regime di Assad dopo 54 anni, è stata al centro di un colloquio telefonico tra la premier Giorgia Meloni e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il colloquio, informa Palazzo Chigi, ha permesso alla premier “di ribadire l’importanza di preservare l’unità e l’integrità territoriale della Siria. E di assicurare una transizione pacifica e inclusiva che possa anche contribuire alla stabilità regionale”. La presidente del Consiglio ha inoltre sottolineato “l’assoluta necessità di garantire l’incolumità dei civili e di tutelare tutte le minoranze presenti in Siria, inclusa quella cristiana. Alla luce della rapida evoluzione della situazione sul terreno, i due leader hanno concordato di mantenersi in stretto raccordo”.
Erdogan, dal suo canto, ha ribadito che la Turchia “mantiene la sua posizione a favore della pace, della libertà, del dialogo e della giustizia in Siria”. E, come la premier Meloni, ha sottolineato la priorità e “l’importanza di proteggere l’integrità territoriale della Siria e ripristinare la stabilità nel Paese”. Il presidente turco, però, ha anche denunciato “l’aggressione” da parte di Israele, riferendosi alle operazioni dello Stato ebraico sulle Alture del Golan. “Questa condotta – ha detto – non contribuisce alla stabilità della Siria. La Siria deve essere ripulita dagli elementi terroristici”.
Oltre che con la premier italiana, Erdogan ha avuto un colloquio telefonico con Ursula von der Leyen a cui ha ribadito che “il processo di rimpatrio volontario dei siriani è stato pianificato. E i lavori per la ricostruzione della Siria accelereranno il rimpatrio”. L’Italia è impegnata a monitorare con attenzione insieme ai partener europei e del G7 l’evoluzione della situazione in Siria, dove continuano i combattimenti. Ieri si è tenuto un vertice ad hoc a Palazzo Chigi presieduto dalla premier per valutare le implicazioni del terremoto geopolitico le misure da adottare. Dalla riunione, presenti i ministri Tajani, Piantedosi, Crosetto e il sottosegretario Mantovano, è emersa la decisione di sospendere i procedimenti sulle richieste di asilo dalla Siria e di mantenere la presenza diplomatica a Damasco. Particolare attenzione è stata riservata alla sicurezza dei cittadini italiani, alla tutela dei cristiani e di tutte le minoranze.
Palazzo Chigi fa sapere che la Siria sarà solo uno dei temi al centro della riunione da remoto dei leader del G7 in programma venerdì. Il vertice, infatti, è stato convocato dalla premier Meloni giorni fa, prima della caduta del regime di Bashar al Assad, come appuntamento conclusivo della presidenza italiana del Gruppo. E per il passaggio di consegne con il Canada, che dal primo gennaio avrà la presidenza del G7. Fra i temi all’ordine del giorno della riunione, spiegano le stesse fonti, anche le altre crisi internazionali, dall’Ucraina al Medio Oriente. Intanto da Benjamin Netanyahu arriva un ultimatum. “Israele vuole relazioni diplomatiche con il nuovo regime in Siria”. Ma, in un videomessaggio condiviso sui social, allo stesso tempo ha precisato che ”se questo regime consente all’Iran di stabilirsi in Siria e di trasferire le armi, pagherà un prezzo elevato”.
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