Ancora, per il ventunesimo mese consecutivo. La produzione industriale italiana è in frenata e il crollo dell’auto (-40%) trascina, ma non è il solo. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il settore ha registrato una contrazione del 3,6% rispetto allo stesso mese del 2023. Sebbene il dato destagionalizzato rispetto a settembre mostri un pareggio, con una variazione nulla, il bilancio complessivo dei primi dieci mesi dell’anno rimane in territorio negativo con un calo del 3,3%.
La crisi non risparmia quasi nessun comparto, con una caduta drammatica della produzione di mezzi di trasporto, guidata dal crollo dell’auto (-40%). Questo dato, quasi a metà della produzione rispetto a ottobre 2023, ha trascinato l’intero comparto dei mezzi di trasporto a una flessione del 16,4%. Anche il settore tessile e abbigliamento continua a soffrire, registrando una riduzione del 7,6% a ottobre e un calo complessivo del 10,5% nei primi dieci mesi del 2024. Non si salva nemmeno la meccanica strumentale, fondamentale per il nostro tessuto industriale, che perde il 4% rispetto al mese precedente e il 4,2% da inizio anno.
Tra i settori che riescono a mantenere un segno positivo si segnalano l’industria alimentare, in crescita del 3,7%, e l’elettronica, che guadagna timidamente lo 0,3%. Anche la chimica, con un modesto +0,1%, mostra una certa resilienza. Tuttavia, queste performance non sono sufficienti a compensare il calo generalizzato.
A pesare ulteriormente sulla produzione industriale è il rallentamento dell’export, da cui la manifattura italiana dipende per oltre metà del proprio fatturato. Nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni hanno perso oltre 3 miliardi di euro (-0,7%) rispetto all’anno precedente. La Germania, primo mercato di sbocco per le merci italiane, rappresenta l’epicentro della crisi, con una contrazione delle importazioni di prodotti italiani per 3,1 miliardi. I settori più colpiti sono quelli della meccanica e della componentistica, penalizzati dalla stagnazione del mercato automobilistico tedesco e dalla crisi dell’edilizia.
Il calo della produzione industriale si riflette sul PIL, con l’Istat che ha rivisto al ribasso le stime di crescita per il 2024, portandole a un modesto +0,5%. La domanda interna tiene, ma non basta a compensare la flessione della domanda estera. Sebbene i consumi, sostenuti da una forza lavoro ai massimi storici, possano offrire un minimo di respiro nel periodo natalizio, la situazione industriale fatica a rialzarsi.