Il 9 dicembre del 1974, sindaco di Gorizia era Pasquale De Simone, venivano nominati i componenti della prima Consulta per i problemi della minoranza etnica cittadina.
Vale a dire che, ieri, si celebravano i cinquant’anni di quella che, nel frattempo, è diventata Consulta della minoranza slovena. Nella storia di quello che, a tutti gli effetti, è un organo consultivo, sono stati 105 i suoi membri che ieri, nella Sala del Consiglio comunale, hanno avuto una citazione e, a quelli presenti, sono stati consegnati i relativi attestati di riconoscimento.
L’occasione era anche particolarmente propizia per fare il punto sulle attività della Consulta. «Chiediamo una maggior considerazione, convinti di poter dare il nostro contributo, per esempio per quanto riguarda un corretto utilizzo dello sloveno nella quotidianità del Comune (cartelli stradali, comunicazione con il pubblico)» ha allora affermato il suo attuale presidente, Aleš Waltritsch, mentre nel 1974 lo stesso ruolo era ricoperto da Emil Valentinčič.
In precedenza era intervenuto uno storico componente della Consulta, Aldo Rupel, che ne ha fatto parte per 18 anni, in periodi differenti, e che, oltre a ripercorrere la sua esperienza nel gruppo, ha impreziosito il suo intervento con qualche osservazione in materia di toponomastica:
«A Gorizia, su circa 220-230 nomi di vie e piazze – ha detto Rupel – solo dodici sono dedicate a personalità del mondo sloveno e, negli ultimi vent’anni, non c’è stata alcuna intitolazione. Inoltre, soltanto 5-6 busti e targhe sono riservati a sloveni, anche se ne esistono altri 4-5, ma in spazi privati».
Sempre ieri, è stata chiesta al Comune la pulitura della statua del poeta Simon Gregorčič, ai Giardini Pubblici.
«Sarebbe il caso che la definizione minoranza slovena venisse sostituita con quella di componente slovena – ha affermato, durante l’incontro, il sindaco Rodolfo Ziberna –. A tal proposito, si potrebbe pensare di far partire da Gorizia un’iniziativa parlamentare per modificare la legge che ha riconosciuto le minoranze linguistiche appunto per definirle componenti linguistiche».
All’appuntamento è anche intervenuto il suo omologo di Nova Gorica, Samo Turel, che non ha mancato di elogiare il lavoro della Consulta: «Siate fieri di ciò che siete, di ciò che fate – ha dichiarato il primo cittadino –. Siate attivi, ancor di più, anche se noi, in Slovenia, già vi guardiamo con notevole ammirazione chiedendoci dove trovate la spinta, la forza. Sì, voi siete in grado di arricchire questo territorio, dando ad esso una marcia in più».
Hanno partecipato all’incontro anche la presidente del Consiglio comunale Silvia Paoletti (che, a sua volta, era stata componente della Consulta), l’assessore alla Tutela delle identità linguistiche Maurizio Negro, il presidente della sezione goriziana di Skgz (Unione culturale economica slovena) Marino Marsič e, per la Sso (Confederazione organizzazioni slovene), Stefania Beretta.
Dei quindici componenti della Consulta, cinque sono indicati proprio da Skgz, cinque da Sso, due dal Sindacato delle scuole slovene e tre dal Consiglio comunale: sono Alida Pavšič, Barbara Vetrih e Lorenzo Persoglia. Quella attuale, è la Consulta numero dodici. —
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