In genere la stagione della sua militanza itinerante – o almeno quella che annuncia come tale – è l’estate: stavolta invece Elly Schlein, vista la malaparata del campo largo e i consensi che latitano tra elettori e colleghi di partito devono averle fatto capire che per il Pd è l’ora di muoversi. E per muoversi si è mossa: almeno ieri. Una giornata, quella di inizio settimana, in cui la segretaria è apparsa ovunque, nei siti più disparati. E sempre con giornalisti e fotografi al seguito che l’hanno immortalata dal presidio dei lavoratori della Beko a Siena, all’arrivo alla stazione di Arezzo (immortalato in un video sul sito di Repubblica) dove è giunta a bordo di un treno sulla tratta Chiusi-Arezzo per la campagna di ascolto sui treni regionali, promossa dal Pd toscano. E in chiusura di serata, come non presenziare all’iniziativa con Andrea Segre, regista di Berlinguer, la grande ambizione, al cinema Adriano di Roma?
Insomma, non si è fatta mancare proprio niente ieri Elly Schlein. E non ha mancato una occasione che una di sprizzare veleno contro governo, premier e ministri. Così, tanto per dare un senso alla giornata itinerante, tra viaggi coi pendolari – dove bardata dall’eskimo verde e pronta interpretare il ruolo dell’eroina popolare, non ha mancato di sferrare l’ennesimo, strumentale attacco, concludendo alla fine del tour per i vagoni: «Ho parlato con diverse persone che utilizzano spesso questo treno e altre che prendono l’Alta Velocità, a volte restano in stazione anche un’ora» – sentenziando sul finale: «Le incertezze e il disinteresse del governo sul tema sono un grave problema». (Sotto un momento delle interviste fai da te della segretaria Pd postato in un video Youtube da “Blitz tv”)
Passando per l’epifania miracolosa ai cancelli della Beko, dove ha fatto irruzione a sorpresa al presidio dei lavoratori della Beko a Siena, dove tra moniti e strali contro l’esecutivo, la segretaria Pd ha tirato fuori dal cilindro l’ultimo monito: « Vogliamo vedere un impegno serio da parte di questo governo ad essere di parola con quanto aveva detto, e cioè che non ci sarebbero stati i licenziamenti». Ben consapevole, ma rigorosamente silente sul punto, che tanto il Pd quanto la Cgil, tanto Elly Schlein quanto Maurizio Landini dovrebbero come minino giustificare la prolungata e silenziosa complicità con i vertici di Stellantis, attuata prima, come scriveva Libero ieri, con un enigmatico «“non disturbare il manovratore”. E ora nel “diamo loro altri soldi”. Assurdo».
Fino al gran finale, celebrato in sala al cinema Adriano di Roma, dove la segreteria dell’armocromia – che gli riesce, forse, sul vestiario. Ma decisamente meno nell’assemblaggio di forze e colori dell’alleanza del campo largo – ha dato senso alla movimentata giornata che, tra pendolari, operai, cinefili e nostalgici, alla platea capitolina ha regalato l’ultima perla di saggezza politica (intrisa, guarda caso, di aspre allusioni anti-governative).
«Io penso che la memoria di Berlinguer non può essere messa in una teca, ma è molto esigente sull’oggi… Siccome quella di oggi è una società profondamente trasformata, ci deve far riflettere su come declinare quello che vediamo in queste immagini. A un certo punto si vede una mobilitazione per casa, salute e lavoro. Questioni ancora tremendamente attuali». Come a dire che – al netto dei dovuti omaggi e delle celebrazioni di rito – quando si è a corto idee, meglio riperticare e scopiazzare…
L'articolo Schlein tuttofare spunta ovunque: dalla fabbrica al cinema. In mezzo interviste “fai da te” sul treno (video) sembra essere il primo su Secolo d'Italia.