“Lacrime di coccodrillo”. Neanche cinque morti frenano l’insopprimibile e intollerabile ansia di Maurizio Landini di mettersi in mostra ed aggredire il governo. La tregedia di Calenzano ha suscitato nel mondo politico un dolore bipartisan. Solo al numero uno della Cgil il dramma di 5 famiglie e di un’intera comunità rappresenta il varco per una sciacallata. Leggere la sua nota per credere: “Ormai periodicamente registriamo drammatiche stragi sul lavoro e sempre in siti gestiti da grandi imprese: dove, spesso, si intrecciano ditte esterne, appalti, subappalti. E sono resi poco trasparenti i confini delle responsabilità, a partire dall’impresa committente”.
Per Landini l’esplosione avvenuta al deposito Eni di Calenzano,”è l’ennesima strage che dimostra, qualora ce ne fosse bisogno, che questo sistema di impresa è fondato sull’insicurezza; sulla mancanza effettiva di procedure in grado di garantire la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori. Tutto ciò è reso ancora più inaccettabile nell’epoca dei sistemi di controllo digitale- aggiunge- , dell’innovazione tecnologica. Che se utilizzati garantirebbero la prevenzione nei luoghi di lavoro. Ma è la logica del risparmio, e quindi del profitto, ad avere la meglio sulla vita dei lavoratori”. Poi il fine ultimo del suo discorso: “Se a ciò aggiungiamo – prosegue il leader della Cgil – anche la logica burocratica con cui il governo interviene su questi temi, le lacrime del giorno dopo sono insopportabili”.
Solo alla fine, solo dopo avere esaurito il suo delirante attacco all’esecutivo, si ricorda che esiste la pietas. La Cgil esprime “cordoglio a tutti i familiari degli operai coinvolti, sostiene le iniziative di sciopero e mobilitazione proclamate in queste ore. E invita tutte e tutti a dire basta morti sul lavoro partecipando alla manifestazione di domani a Calenzano, in piazza Vittorio Veneto: a partire dalle ore 14.30, proclamata da Cgil Firenze, Cisl Firenze Prato e Uil di Firenze in occasione dello sciopero provinciale”, conclude uno sconcertante Landini. Che usa la tragedia di Calenzano per chiamnare alla mobilitazione, per dare istruzioni su luoghi e orari dello sciopero. Come se tutto questo potesse riportare in vita le cinque vittime o lenire le ferite dei feriti. Incommentabile, irricevibile. Già nel giorno stesso dell’esplosione gli sciacalli a sinistra erano partiti lancia in resta per chiedere al governo di riferire.
Ci vuole faccia di bronzo per tacciare il governo con l’espressione ignobile “lacrime del giorno dopo”. Ricordiamo a Landini che il governo ha fatto molto sulla sicurezza sul lavoro. E gli snoccioliamo alcuni dati che omette di ricordare: nel 2023 è calato il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro: ne sono stati denunciati rispettivamente il 16,1% e il 9,5% in meno. Lo dice l’Inail nella Relazione annuale presentata alla Camera dei deputati e alla presenza tra gli altri del ministro del Lavoro. Era l’ottobre scorso. Si era distratto Landini? Nel corso di quest’anno il governo ha disposto l‘assunzione di 1.600 ispettori del lavoro in più, con l’obiettivo di raddoppiare il numero delle ispezioni.
L'articolo Sciacallaggio di Landini contro il governo su Calenzano: “Lacrime del giorno dopo”. La nota delirante sembra essere il primo su Secolo d'Italia.