Stellantis e il produttore cinese di batterie Catl hanno annunciato la creazione di una joint venture per costruire un nuovo impianto di batterie al litio-ferro-fosfato (LFP) a Saragozza. L’investimento complessivo ammonta a 4,1 miliardi di euro e prevede una capacità produttiva di 50 GWh entro il 2026, sufficiente per alimentare centinaia di migliaia di veicoli elettrici ogni anno. Il governo spagnolo ha giocato un ruolo decisivo in questa scelta, garantendo 357,8 milioni di euro in sovvenzioni attraverso il fondo PERTE per la decarbonizzazione e la transizione ecologica. L'intero progetto rientra in una strategia più ampia, sostenuta dal premier Pedro Sánchez, che punta a rendere la Spagna uno dei principali poli europei della mobilità elettrica. La Spagna ha già destinato oltre 5,5 miliardi di euro di fondi europei per sostenere la reindustrializzazione e la produzione di veicoli elettrici, coinvolgendo attori strategici come Volkswagen e il produttore cinese Envision, entrambi impegnati nella costruzione di gigafactory nel Paese.Secondo Robin Zeng, CEO di Catl, la joint venture "porta la collaborazione con Stellantis a un nuovo livello" e permetterà di sviluppare una filiera sostenibile e a basse emissioni. Anche il presidente di Stellantis, John Elkann, ha sottolineato l'importanza strategica dell'accordo: "Questa importante joint venture con Catl porterà la produzione di batterie innovative in un sito produttivo già leader nel settore dell’energia pulita e rinnovabile, contribuendo a promuovere un approccio sostenibile a 360 gradi".
Italia: attesa e preoccupazione
Il clima è ben diverso in Italia, dove il ministro Adolfo Urso, ha convocato Stellantis a un tavolo il 17 dicembre per discutere del "Piano Italia" e del futuro degli stabilimenti nazionali. Tra i principali obiettivi del governo c’è la salvaguardia dei posti di lavoro e il mantenimento delle produzioni locali, evitando il rischio di chiusure e delocalizzazioni.L'attenzione è concentrata soprattutto sul futuro dello stabilimento di Termoli, che dovrebbe essere trasformato in una gigafactory per la produzione di batterie nell'ambito del progetto ACC (Automotive Cells Company), una joint venture tra Stellantis, Mercedes-Benz e TotalEnergies. Tuttavia, i piani per l’impianto italiano non sono ancora stati confermati, e la comunicazione ufficiale è attesa entro il primo semestre del 2025. I ritardi e le incertezze sulla gigafactory di Termoli si contrappongono alla rapidità con cui la Spagna ha ottenuto garanzie e investimenti per Saragozza.Anche gli stabilimenti di Melfi, Cassino e Pomigliano si trovano in una situazione di incertezza. Le produzioni sono diminuite e, nonostante l'annuncio di nuovi modelli ibridi ed elettrici, i volumi restano lontani dalle aspettative. Secondo i sindacati, Stellantis non ha ancora presentato un piano chiaro e trasparente sulle produzioni future, alimentando il timore di un progressivo ridimensionamento dell’industria automobilistica italiana.
Il futuro dell'auto
Stellantis investe in Spagna e frena in Italia. Saragozza diventa il simbolo della mobilità del futuro, mentre Cassino, Melfi e Termoli rischiano di essere relegati al passato. I governi dei due Paesi hanno giocato partite diverse, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se l’Italia vuole recuperare terreno, dovrà dimostrare di essere competitiva non solo nei costi, ma anche nella capacità di offrire certezze agli investitori. Nel frattempo, il gruppo automobilistico italo-francese continua a guardare con maggiore interesse a Madrid rispetto a Roma.