Ultima settimana di apertura per la filiale di Limana di Banca Intesa San Paolo. Venerdì infatti sarà l’ultimo giorno di attività per lo sportello di Limana che vanta una tradizione bancaria quarantennale.
I clienti sono già stati avvisati nelle settimane scorse e sono stati invitati quindi a rivolgersi allo sportello di Belluno dove sarà trasferito automaticamente il loro conto corrente. Se invece l’utente vuole che il proprio deposito venga gestito in altri sportelli della banca dovrà attendere gennaio per la richiesta.
Venerdì quindi, ultimo giorno, lo sportello di Limana chiuderà alle 12, 30 mentre lo sportello automatico sarà attivo fino a domani alle 11. I pochi lavoratori presenti nella filiale saranno spostati nelle altre sedi della banca in provincia.
Ad ottobre anche la filiale di Santa Giustina, sempre di Intesa San Paolo, era stata accorpata a quella di Bribano di Sedico.
«La chiusura è dettata dalla politica di questo gruppo di credito», sottolineano Antonello Pesante della Fisac Cgil e Antonella Primizia della First Cisl, «che punta molto sulla digitalizzazione dei suoi sportelli». Restano aperte però altre filiali come quelle di Feltre, Belluno, Sedico, Borgo Valbelluna, Ponte nelle Alpi, Puos d’Alpago, Longarone, Pieve di Cadore, Cortina, Auronzo, Santo Stefano e Agordo.
Ma non si deve disperare «perché laddove chiudono gli sportelli dei grandi gruppi finanziari, arrivano i crediti cooperativi. Infatti a gennaio 2025 a Sedico aprirà una filiale di un Credito cooperativo, di cui non posso rivelare ancora il nome», precisa Primizia.
«Il nuovo sportello doveva aprire il 16 dicembre, ma per problemi di ritardo nei lavori l’inaugurazione è stata spostata a gennaio 2025». Attualmente in provincia tra i crediti cooperativi attivi ci sono Cortina Banca, Credito cooperativo delle Prealpi e quello di Fassa Belluno.
Primizia evidenzia che su 60 comuni bellunesi, il 50% è senza qualsiasi tipo di sportello bancario e il 40% della popolazione qui ha più di 65 anni. «Non sono solo gli anziani a pagare lo scotto di questa desertificazione bancaria, ma anche le piccole e medie imprese che spesso nel territorio bellunese sono costituite da una persona singola».
È normale che la trasformazione digitale vada avanti, lo sviluppo tecnologico non si può fermare di certo, ma questo porta anche a perdere il rapporto diretto con i propri clienti.
Uno dei problemi degli istituti di credito resta quello del turn over. Vista la trasformazione a cui sta andando incontro questo settore infatti, «ora come ora per ogni due dipendenti che se ne vanno soltanto uno viene sostituito.
E questo genera, indubbiamente, disagi per i clienti. Pensiamo ad esempio alla Banco Bpm che ha soltanto due filiali in provincia (Belluno e Feltre) e poco personale, per cui quando uno di loro sta male o è in ferie non si trovano sostituti e il servizio viene sospeso», dice Pesante.
Da alcune settimane infatti, tra ferie e malattie la cassa del Banco Bpm di Belluno è rimasta chiusa alcuni giorni. A questo, come se non bastasse, si è aggiunta anche qualche difficoltà nell’accedere al bancomat automatico esterno. Perciò diversi clienti malvolentieri o hanno dovuto rinunciare alle operazioni aspettando il rientro in servizio del dipendente, o hanno dovuto rivolgersi ad un’altra banca.
«È innegabile che agendo così si creino disagi per i cittadini», dicono Primizia e Pesante. «Avere più filiali nel territorio diventa importante quando ci sono assenze o malattie».