Una partnership pubblico-privata per la realizzazione di un grande parcheggio multipiano nell’area sosta del Porto a ridosso dell’ex sede della Capitaneria di Porto (l’edificio abbandonato noto anche come Cremlino) che potrebbe ospitare circa 4000 posti auto, fino a 5000 se il progetto dovesse comprendere lo stesso edificio Cremlino.
È questa l’ipotesi cui sta lavorando l’Autorità portuale di Venezia che ha affidato allo studio legale Satta Romano & Associati di Roma il compito di esplorare, sotto il profilo giuridico, quale sia la strada migliore da percorrere. L’ipotesi prevalente, al momento, riguarda l’istituto noto come Partenariato pubblico privato istituzionale anziché contrattuale, come era stato immaginato in un primo momento. Il partenariato contrattuale – in questa fase è in secondo piano – prevede che l’ente pubblico dia in concessione il bene, in questo caso il parcheggio.
Il partenariato istituzionale – la strada che il Porto pare intenzionata a percorrere – prevede invece la nascita di una nuova società mista partecipata sia dall’ente pubblico che dal privato. Con entrambi i soggetti che contribuiscono nell’investimento, parte dei posti auto potrebbero essere riservati al privato mentre una parte al Porto per soddisfare le richieste della comunità portuale e dei residenti, d’intesa con il Comune perché l’accordo dovrà necessariamente passare anche per gli uffici di Ca’ Farsetti.
Compito dello studio legale sarà individuare il percorso giuridico e ipotizzare la formula finanziaria per realizzare il multipiano. In particolare, si legge nell’atto con cui il Porto incarica lo studio Satta Romano & Associati, «la scelta della forma del Partenariato pubblico privato istituzionale implica tra l’altro la stesura di un protocollo di intesa con gli altri enti locali competenti nell’esercizio delle funzioni urbanistico-edilizie, la definizione della matrice dei rischi associata realizzazione e gestione dell’opera, nonché la predisposizione di ogni atto necessario alla costituzione di una società veicolo».
A occuparsi dell’edificio Cremlino è invece, sempre su incarico del Porto, la società Steer Davies & Gleave Ltd, una multinazionale della consulenza specializzata nel settore delle infrastrutture che già un anno fa aveva ricevuto l’incarico di ripensare i parcheggi in area portuale. Tornando al partenariato, una volta individuato il percorso giuridico bisognerà individuare il partner privato interessato a investire.
Potrebbe sembrare un passaggio facile: con la fame di posti auto tra i residenti nella città storica e quella dei turisti che arrivano in visita cosa c’è di più redditizio di un parcheggio all’ingresso di Venezia, a cinque minuti a piedi da piazzale Roma? Non è scontato che sia proprio così perché i grandi operatori dei parcheggi, alle prese con nuovi investimenti, si stanno interrogando su quale sarà il reale utilizzo delle auto da parte delle nuove generazioni nei prossimi trent’anni. Cambieranno o no le abitudini? Le scommesse sono aperte.
Nel frattempo il dialogo tra Porto e Comune - non sempre facile in questi anni - è aperto. Ca’ Farsetti è disposta a ragionare del nuovo multipiano nell’ambito della più generale riorganizzazione del waterfront che comprende Santa Marta (spariranno i posti auto), San Basilio e il canale della Scomenzera. Nei giorni scorsi il Porto ha fatto sapere che, nella nuova versione del progetto, non c’è più la stazione dei treni prevista alla Marittima.