«Voglio solo che torni a casa». Mamma Sonia non riesce a parlare, raccontare chi era Andrea, cosa gli piaceva, quello che avrebbe potuto fare. Vorrebbe solo poterlo riabbracciare.
La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo per omicidio stradale per la morte di Andrea Bedon, il 17enne che ha perso la vita in via Contrada a Falzè schiantandosi contro una Fiat Panda che stava attraversando la strada. Sarà anche disposta una perizia sulla dinamica dell’incidente che è costato la vita al ragazzo che stava andando al lavoro in sella alla sua Honda da cross. Indagata la conducente della vettura.
A Trevignano incombe il dolore per la perdita di un altro ragazzo in un incidente stradale. Non sa darsi pace mamma Sonia, che l’altro ieri è arrivata sul luogo dell’incidente e ha trovato i carabinieri, e ha subito capito cos’era accaduto. La sera ha voluto dirgli addio con un post.
«Giovane angelo... Un grande Andrea... vorrei aggiungere tante cose... ma tu le conosci già tutte...».
Non riesce ad accettare che il suo Andrea non tornerà più a casa. «L’unica cosa che voglio», dice tra le lacrime Sonia Pandolfo, «è che Andrea torni a casa, voglio riaverlo qui con me».
Non danno giudizi sull’incidente, attendono di capire dai rilievi e dalla perizia disposta dalla Procura della Repubblica quali siano state le responsabilità.
«Vogliamo sapere quale sia stata esattamente la dinamica dell’incidente», precisa papà Luca Bedon, «Voglio anche ringraziare tutti per il grande affetto e la vicinanza che ci hanno dato in queste ore per la scomparsa di Andrea».
Al civico 8 di vicolo Colombere c’è anche nonno Italo, con lui vive la figlia Sonia e viveva il nipote Andrea.
«A ottobre ho perso mia moglie», ricorda Italo Pandolfo, «adesso ho perso anche mio nipote. Andrea sabato era andato a fare il giro del Garda in sella alla sua moto, era andato tutto bene, era tornato a casa verso sera, si era fatto una doccia e dopo era uscito per trovarsi con i suoi amici».
Quegli oltre 500 chilometri attorno al Garda erano andati benissimo, una giornata spensierata. Poi martedì il tragico incidente a meno di un paio di chilometri da casa, a meno della metà del tragitto che avrebbe dovuto coprire per raggiungere la Comix Performances in via Sant’Elena a Signoressa. Era atteso nell’officina, ci andava ogni pomeriggio per pratica, voleva diventare meccanico e a gennaio sarebbe stato pronto per lui un posto di lavoro fisso, perché aveva fatto vedere una grande passione per i motori.
«Lo attendevo e quando non lo ho visto arrivare mi sono preoccupato, perché Andrea era sempre in orario», racconta Omar Comin, «avevo telefonato alla madre per sapere se c’erano stati degli inconvenienti e mi aveva risposto che era partito da un pezzo da casa. Avevo chiamato più volte al cellulare Andrea ma il telefonino era muto, a quel punto ho percorso a ritroso il tragitto che avrebbe dovuto fare e sono arrivato sul luogo dell’incidente e purtroppo ho visto cosa era accaduto».
Sullo stesso luogo era arrivata anche mamma Sonia. Aveva capito che doveva essere accaduto qualcosa di grave, aveva avuto lo stesso brutto presentimento di Omar. Ed è arrivata lì, a poche decine di metri dall’incrocio dove era avvenuto lo schianto. Lì l’hanno fermata i carabinieri e l’hanno fatta ospitare in una casa vicina.
Da ieri, sul luogo dell’incidente, c’è un vaso di fiori: lo ha messo Paola Visentin che abita proprio vicino all’incrocio dove è avvenuta la tragedia: «L’ho voluto mettere dove è caduto come se fosse un cuscino dove quel povero ragazzo può appoggiarsi» , ha detto, commossa.
Mercoledì è stato un lungo viavai nella casa di via Colombere per portare la propria vicina alla famiglia di Andrea. Per l’ennesima tragedia sulla strada che si è portata via un ragazzo.