«La notizia della busta contenente proiettili inviata all’avvocato Giovanni Caruso è profondamente inquietante e inaccettabile da concepire in una società civile. Ogni forma di intimidazione o violenza, anche simbolica, è da condannare senza esitazione. La giustizia deve fare il suo corso in un clima di rispetto e serenità». Così Gino Cecchettin, papà di Giulia, dopo che all’indomani della sentenza di condanna all’ergastolo per Filippo Turetta, il suo difensore ha ricevuto nel suo studio a Padova una busta contenente tre proiettili.
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«Atti come questi non rappresentano alcuna forma di solidarietà verso le vittime, anzi rischiano di offuscare la serietà del lavoro che stiamo portando avanti nella Fondazione Giulia Cecchettin. È solo attraverso questi principi che possiamo costruire una società più giusta e umana», continua Cecchettin, «Esprimo piena solidarietà all’avvocato Caruso e il mio auspicio è che le autorità facciano luce rapidamente su questo grave episodio. Esorto tutti a impegnarsi a promuovere valori di rispetto, pace e dialogo, anche nei momenti più difficili. Anche e soprattutto di dolore. Continuiamo a lavorare insieme, con fermezza e senza cedere all'odio».
«Esprimo la mia personale solidarietà all'avvocato Giovanni Caruso, vittima di un atto intimidatorio inaccettabile. Caruso ha svolto la sua alta funzione e merita rispetto. Il diritto alla difesa è garantito a tutti e non può essere messo in discussione. Episodi come quello riportato dalla stampa dimostrano l'attualità della campagna del Consiglio Nazionale Forense, a cui ho aderito sin da subito, per il riconoscimento del ruolo dell'avvocato in Costituzione». Così il sottosegretario di Stato alla Giustizia, senatore Andrea Ostellari.
«Esprimiamo solidarietà e vicinanza allo stimato collega Giovanni Caruso e diciamo no alla violenza, all'intimidazione e all'ignoranza di chi pensa che in uno stato di diritto difendere un imputato, pur di un reato gravissimo, sia un atto da demonizzare o peggio ancora da punire. Speriamo che le forze dell'ordine individuino prontamente il responsabile di un gesto inqualificabile, indegno di un paese civile». Lo affermano all'Ansa gli avvocati Stefano Tigani, Nicodemo Gentile, Piero Coluccio ed Antonio Cozza, parti civili per la famiglia Cecchettin al processo contro Turetta.