Sinner: “In nazionale mi sento al sicuro” (Stefano Pasquino, Tuttosport)
Batte un grande cuore azzurro nel petto di Jannik Sinner. Nell`anno d`oro suo e del tennis italiano – celebrato ieri sera a Milano con una serata-evento – c`è stato pure un buco nero, quella positività al Clostebol che sarebbe stata un ricordo se la Wada non si fosse incaponita ricorrendo al Tas dopo l`assoluzione del nostro numero 1. Lì Jannik ha capito chi fosse davvero suo amico e chi no. Ma il discorso non vale per lo straordinario gruppo che ha portato in dote le due vittorie consecutive in Davís perché, come ha confessato candidamente Sinner; «in Nazionale mi sono sempre sentito al sicuro, perché lì ho dei buoni amici». In primis Matteo Berrettini con cui Jannik è stato protagonista ai SuperTennis Awards di uno sketch animato da Piero Chiambretti. Tra una battuta sulle qualità di tombeur de femme di Matteo e qualche bonario sfottò, Sinner però un paio dí cose serie le ha volute infilare, parlando in primis dell`amico: «Matteo l`anno scorso ci ha dato un`energia diversa e molto positiva. Non mi ha fatto stare bene non vedere il suo nome nel libro della Davis 2023. In Nazionale mi sono sempre sentito al sicuro perché fuori dal campo ho dei buoni amici. Poi, se si gioca contro, l`amicizia va messa da parte, ma resta il rispetto». Poi è tornato sul suo metodo per continuare a migliorarsi. «La mente si allena sbagliando. Abbiamo avuto momenti non semplici quest`anno, in campo ho fatto cose incredibili, fuori sono successe tante cose e ho avuto fortuna di aver avuto intorno a me persone oneste». Nell`anno dei due Slam, della Davis, delle Finals, dei tre Master 1000 (Miami, Cincinnati, Shanghai) più due 500 (Rotterdam e Halle), con 73 partite vinte (il 92,4% del totale, nona prestazione di sempre) a fronte di 6 sole sconfitte, c`è stato pure un buco nerissimo, quella positività al Clostebol su cui dovrà decidere il Tas di Losanna, dopo il ricorso presentato dalla Wada a seguito dell`assoluzione da parte dell`Itia. Evento che, come ammesso da Jannik con la consueta mostruosa lucidità, resterà comunque per sempre ben impresso nella sua memoria: «Non auguro a nessuno di passare i momenti che ho trascorso io. Ho visto il buio. Non potevo parlarne con nessuno. Non potevo sfogarmi o farmi aiutare. Mi sono sentito perso – la sua confessione a Esquire Italia -. Tutte le persone che mi conoscevano e mi guardavano giocare capivano che c`era qualcosa in me che non girava bene. Ho passato notti insonni, perché anche se sei certo della tua innocenza, sai che queste vicende sono complesse. Tutti hanno detto subito la verità e questo mi ha permesso di giocare ma a Wimbledon, in campo, ero bianco come un fantasma, le cose non giravano. Anche dopo, il mio feeling con le persone è rimasto timoroso. Sono entrato ad allenarmi nel circolo di Cincinnati e pensavo: come mi stanno guardando? Cosa pensano davvero di me? Lì ho capito chi mi è veramente amico». Che Sinner abbia ancora ampi margini di miglioramento si intuisce proprio da come abbia inquadrato la rivalità con Medvedev, avversario che oggi batte regolarmente (con l`eccezione di Wimbledon, ma tutti sanno il perché), un tempo invece ostico come una seduta dal dentista: «Il mio tennis è un misto tra solido e aggressivo. Ed è polivalente, ma per esempio il gioco a rete non lo so praticare ancora bene. Un giocatore che mi ha fatto crescere tanto è Medvedev. Lo schema del serve and volley non mi appartiene, ma lui mi ha costretto a praticarlo per provare a batterlo. Nel tennis si impara a crescere proprio dal rapporto con il rivale». […] E oggi il cannibale ha í riccioli rossi e fa battere il cuore a una nazione intera che aspetta solo che vengano scritti altri capitoli della leggenda. E, in tal senso, Jannik, un`ideuzza già ce l`ha: «Obiettivi per il 2025? Wimbledon è sicuramente un torneo che vogliamo fare bene e a cui teniamo: Simone (Vagnozzi, ndr) sa quanto ho giocato e mi son sentito bene nella prima settimana». Non ditegli però di fare passerella a Sanremo: «Non penso di andarci. Ho cose migliori da fare». Appunto.
Djokovic e coach Murray, il debutto sarà a Brisbane (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)
Sarà Brisbane a inaugurare il binomio Djokovic-Murray. Dopo un 2024 che gli ha regalato l`oro olimpico ma lo ha lasciato a secco di titoli Slam e Masters 1000, il 24 volte campione Slam inizia un nuovo capitolo della sua carriera, presentandosi al via della nuova stagione con qualche incertezza in più e partendo da numero 7 del mondo. Dal 29 dicembre al 5 gennaio, Nole sarà dunque tra i protagonisti dell`ATP 250 australiano, dove troverà anche gli azzurri Matteo Berrettini e Matteo Arnaldi. Il sodalizio con Andy Murray, suo ex rivale e ora allenatore, è confermato almeno fino all`Australian Open, appuntamento che Djokovic ha dominato come nessun altro, con 10 titoli in carriera. Quest`anno, però, difenderà una semifinale e, partendo da numero 7 del mondo, potrebbe trovarsi di fronte avversari di spicco come Sinner o Alcaraz già nei quarti di finale. Tra il 7 e il 10 gennaio il serbo sarà inoltre protagonista di un match di beneficenza a Melbourne durante l'”Opening Week”, evento che tra le tante stelle del tennis vedrà coinvolti anche Sinner, Alcaraz, De Minaur e Popyrin. […] Per quanto riguarda gli italiani, il primo torneo del 2025 sarà la United Cup. Dal 27 dicembre l`Italia è pronta a schierare Flavio Cobolli, Matteo Gigante, Andrea Vavassori, Jasmine Paolini, Sara Errani e Angelica Moratelli. Parallelamente, nella prima settimana del 2025, Hong Kong accoglierà Lorenzo Musetti, seconda testa di serie nel tabellone guidato da Andrey Rublev, oltre a Lorenzo Sonego e Luciano Darderi. Settimana prossima usciranno anche le entry list dei tornei di Auckland e Adelaide, che precedono l’Australian Open. I[…]