VIGEVANO. «Nessun ricatto, nessuna richiesta da parte della consigliera, perché non c’era la necessità di assicurarsi voti in più». Il sindaco di Vigevano Andrea Ceffa, 51 anni, agli arresti domiciliari per corruzione e falso, si è difeso così, mercoledì mattina, davanti al giudice Luigi Riganti, che lo ha interrogato. Ceffa, sospeso in via temporanea dalla carica, ha deciso di rispondere alle domande del giudice, assistito dall’avvocato Luca Angeleri, convinto di poter dimostrare di non avere avuto alcun ruolo nella presunta assegnazione della consulenza da 6mila euro alla consigliera Roberta Giacometti.
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Secondo l’ipotesi formulata dalla magistrata della procura Chiara Giuiusa, mercoledì presente all’interrogatorio, quella consulenza, assegnata a una prestanome perché Giacometti era incompatibile con l’incarico, doveva servire a consolidare l’appoggio politico al sindaco, che nella primavera del 2023 si ritrova più debole, con una maggioranza risicata (13 voti a 12), dopo che era fallita, a novembre 2022, la “congiura di Sant’Andrea”, cioè il piano di alcuni consiglieri di dare le dimissioni in massa per far cadere la giunta.
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Il contesto politico
Nella prima parte dell’interrogatorio, da quanto si è saputo, Ceffa si è soffermato proprio sul contesto politico. Un contesto ostile, in cui era maturato il piano dei consiglieri. La congiura fallì, ma fu proprio Ceffa a fare l’esposto che diede vita all’indagine, la stessa che ha portato anche al suo arresto per una circostanza diversa: l’assegnazione dell’incarico a Giacometti, per comprare il suo appoggio politico, in un momento in cui la maggioranza è risicata e può cadere da un momento all’altro. In questo contesto, secondo la procura, Ceffa era sotto ricatto.
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«In realtà non c’era alcuna esigenza di corrompere un consigliere, anche perché non si capisce perché uno e non tutti – spiega l’avvocato Angeleri –. Non c’è mai stata alcuna richiesta da parte di Giacometti, né incertezze tali da spingerlo a doversi guadagnare un voto. A questo punto stiamo valutando i passi da compiere, non escludiamo il ricorso al Riesame. Ci stiamo muovendo nella giusta direzione per dimostrare la verità».
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Gli altri indagati
Insieme a Ceffa e Roberta Giacometti, 43 anni, sono agli arresti domiciliari (e sono stati già tutti interrogati) anche tre dirigenti di Asm Vigevano e Lomellina: Veronica Passarella, 52 anni, amministratore unico della partecipata, Alessandro Gabbi, 52 anni, direttore amministrativo di Asm, Matteo Ciceri , 49 anni, amministratore di Vigevano Distribuzione Gas, una società del gruppo Asm. Passarella e Gabbi (difesi dagli avvocati Salvator Scuto e Marcello Caruso) si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, come Giacometti, mentre Ciceri ha risposto, per spiegare che non era d’accordo con l’assegnare quella consulenza.
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