Nel corso di un’intervista concessa a Betway l’ex numero 80 del mondo Mark Petchey (inglese, classe 1970) ha bacchettato a distanza il protagonista per eccellenza della off season e del tennis solamente “parlato”, e ovviamente ci riferiamo a Nick Kyrgios: il tennista australiano, da quando è esploso il “caso Sinner”, si è affacciato alla finestra della carriera del numero 1, commentando in maniera piuttosto superficiale l’evoluzione della vicenda legata alla positività (incolpevole) di Jannik. Il davanzale della dichiarazione a effetto, a tutti i costi, il davanzale disinformato di una specie di tennista semi-ritirato che non scende in campo praticamente da 3 anni, il davanzale di una persona che ha bisogno di attenzioni. Si può parlare del Caso Sinner, si deve parlare del Caso Sinner, ma in maniera meno infantile.
Petchey, ex allenatore di Andy Murray e attuale commentatore televisivo, ha commentato l’ossessione di Nick: “Ha stufato, deve darci un taglio: Sinner è stato giudicato innocente, o sbaglio? Tra poche settimane verrà esaminato il ricorso della WADA e dobbiamo semplicemente aspettare che il processo faccia il proprio corso. E’ una questione molto seria, che va trattata con i guanti, con attenzione e con serietà, perchè c’è in gioco la carriera di un collega”.
Petchey ha ammesso di apprezzare (e come dargli torto) la versione solamente tennistica di Kyrgios, la versione che si diverte in campo, mettendo da parte le prediche: “Teoricamente stiamo parlando di uno dei giocatori migliori del mondo, di un vero e proprio trascinatore, di un mattatore, di. una risorsa potentissima per il nostro sport: se sta bene gioca un tennis meraviglioso ma gli è spesso mancata la continuità”. Anche se, come direbbe Adriano Panatta, la continuità è davvero noiosa. Le prediche, aggiungiamo noi, pure.