«Credo di aver battuto tutti». Roberto Dipiazza l’ha raccontato in più di un’occasione e l’ha ripetuto anche martedì mattina, 28 anni dopo quel 2 dicembre 1996 che lo vide eletto per la prima volta sindaco, a Muggia.
L’occasione vale una foto ricordo, un brindisi con bollicine, una fetta di pandoro. «Come me non c’è stato nessuno mai». La politica, racconta, non è stata la sua professione da principio, ma l’ha conosciuta solo dopo decenni di lavoro, iniziati ancora quindicenne in una bottega di via del Coroneo, raggiunta da Aiello del Friuli seguendo papà Silvano.
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Poi, di questo mondo nuovo è diventato protagonista assoluto, recordman acclamato dall’elettorato di centrodestra, criticato («ma mai sul piano personale», tiene a precisare Dipiazza) dai tanti avversari del centrosinistra.
Forte dei risultati al voto e del successo della piazza che l’ha eletto per cinque volte sindaco.
A partire da quella prima, clamorosa vittoria a Muggia il 2 dicembre di 28 anni fa. È il 1996, da un anno Berlusconi non è più al governo ma a Muggia accade l’inaspettato: l’allora 43enne Dipiazza strabatte al ballottaggio l’ex europarlamentare Giorgio Rossetti («grazie ai comunisti che hanno votato per me», ama ricordare Dipiazza).
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La vittoria in provincia, l’inizio del volo, della scalata.
Nel 2001 e nel 2006 la prima doppietta a Trieste, trionfando su Federico Pacorini, sempre al ballottaggio e su Ettore Rosato ancora al secondo turno.
Poi il poker con il ritorno del 2016 e la conferma del 2021, queste ai danni dell’allora uscente Roberto Cosolini e del dem Francesco Russo, la voce più dura nella sua attuale opposizione.
Nel mezzo, tra il 2013 e il 2016 l’esperienza da consigliere regionale (c’era Deborah Serracchiani), per lui un’autentica gabbia rispetto al lavoro in Municipio: mancava il saluto per strada, il «ciao sindaco» baciato da un capo all’altro di piazza Unità. E così, quando il centrodestra chiama, lui non ci pensa un secondo e si lancia nell’ennesima campagna elettorale. Per vincerla. Ancora una volta.
Più di un quarto di secolo di gioie e dolori. Il maxi intervento sulla Grande Viabilità e il restyling delle Rive tra i suoi vanti principali. L’eredità alla città? «Il Porto Vecchio», non ci pensa sue due secondi di più. Il cantiere più difficile? «La galleria di Montebello, che però, alla fine, abbiamo rimesso a posto».
Tra i momenti più complicati c’è l’inchiesta del 2003-2004 sull’appalto per le mense scolastiche comunali, che lo vide anche a processo, da cui però uscì pulito: assoluzione piena. Cento per cento. «Sono 28 anni che faccio il sindaco e posso vantarmi di avere la fedina penale totalmente pulita. Penso sia un record nazionale», puntualizza il primo cittadino.
L’orgoglio più grande resta quello del Concerto dei tre Presidenti Giorgio Napolitano, Danilo Turk e Ivo Josipovic in piazza Unità, il 13 luglio 2010, simbolo del percorso di pacificazione dopo le ferite del Novecento.
«Credo di aver cambiato molto di Muggia con Porto San Rocco, credo di star cambiando molto di Trieste con Porto Vivo, con risultati evidenti», dice il sindaco Dipiazza, stappando la seconda bottiglia di spumante. «Come me non c’è stato nessuno mai. Ma nella vita sono stato anche molto, molto fortunato». —
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