Il “delicato messaggio” annunciato ieri da Beppe Grillo è arrivato, puntuale alle 11,03 come previsto con la suspense che precede le notizie importanti. Ed è una dichiarazione di guerra a Conte e ai contiani (“non vi riconosco più”), la certificazione di morte del movimento, diventato un partitino democristiano, l’accusa di trasformismo. Niente di originale, tutto più o meno scontato. Il fondatore del movimento che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatola di tonno, persa l’appeal anticasta, è messo molto male, le percentuali elettorali lo dimostrano. Ma dietro le responsabilità di Conte, che continua a decantare un nuovo inizio, c’è un garante che non ha mosso un dito per raddrizzare il timone. E ora certifica la morte del vascello. Dal video, otto minuti, tono pacato e un gran gesticolare di mani, si capisce che pensa a una nuova creatura politica. Ma tutto è avvolto nella suspense (“sarà qualcosa di meraviglioso, ho un’idea, ve la svelerò dopo”).
“Sono ottimista per le votazioni del 5 dicembre. Vi parlo come garante e custode dei grandi valori del Movimento 5 Stelle. Valori scomparsi in questi tre anni. Io come garante non intervenivo in nulla, tutti i progetti che inviavo al Mago di Oz (Conte ndr) non arrivavano mai a nulla perché non si faceva trovare. Gli ho mandato una cinquantina di progetti, ma non si è fatto più trovare”. Questo l’incipit del messaggio video sulla sua pagina Facebook nel quale il fondatore del movimento si fa ritrarre alla guida di un carro funebre. Una fin troppo chiara metafora dello stato di salute della sua creatura, portata al suicidio dall’ex premier. È lui stesso ad ammettere di non aver inciso e ora si appunta il suo essere ‘super parte’ come una medaglia.
“Il Movimento è morto ma il suo humus no”, questo il filo rosso del ragionamento. Da quel terreno ancora fertile, “compostabile”, può ancora nascere qualcosa, di “meraviglioso”, avvolto ancora nel mistero. L’ultima volta nella quale era comparso in video era stato alla vigilia delle elezioni regionali perse dalla coalizione di centrosinistra (disertando poi le urne) e due giorni dopo l’annuncio di Conte dello stop al contratto di consulente da 300mila euro. Fatevi il vostro partito, aveva detto quaranta giorni fa. “Siete diventati un partito di gente che non riconosco più e segue un Oz che non si fa mai trovare“. Lui, da garante avrebbe “solo chiesto un controllo sulle cose“. Grillo respinge poi l’accusa di essere un “padre padrone” e “sopraelevato” e spara a zero su Conte che soffre di una “sindrome ripetitiva compulsiva di proiezione a specchio“.
Poi l’attacco alle votazioni online della scorsa settimana consacrate dalla due giorni grillina dove Beppe, non invitato, non si è presentato. “Questa votazione è stata fatta per mandare via me, i due mandati e la situazione del presidente. Sono state fatte 20 domande per coprire quelle tre. E poi hanno votato meno della metà degli iscritti, quindi io vi pongo un dubbio. So di aver già perso, ma sono ottimista”, dice in attesa della ripetizione del voto, richiesta dal comico genovese, previsto dal 5 all’8 dicembre. Grillo si dilunga sui suoi 50 progetti, tutti ignorati dall’ex avvocato del popolo. Da “tutore dei valori sacri” accusa di alto tradimento il nuovo corso degli ultimi tre anni.
Anche l’ora scelta da Grillo per l’annuncio non sarebbe casuale: le 11:03, sul calendario, diventano l’11 marzo (del 2022), giorno in cui ebbe la luce lo Statuto. La tesi più accreditata alla vigilia dell’annuncio è che Grillo decida di impugnare lo Statuto del 2022 che aveva conferito l’incarico di presidente all’ex premier. Nel caso in cui un giudice gli desse ragione allora Conte decadrebbe automaticamente visto che la sua carica non era prevista nello Statuto precedente. Ma di questo oggi non parla. Si scaglia contro il trasformismo di un partitino diventato progressista con questi giochetti che non faceva neanche la Democrazia cristiana vent’anni fa. Ma se il glorioso movimento è passato dalla fatidica terza via delle origini all’abbraccio con il Pd (e persino con Draghi) forse Grillo non è del tutto innocente.
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