Un novembre da dimenticare per il mercato dell’auto in Italia: -10,8% per le immatricolazioni. Un ennesimo calo a doppia cifra. Ed è il terzo peggior risultato dell’anno. Peggio di così solo ad agosto e settembre. Con Stellantis che affonda con un - 24,6% rispetto allo stesso mese del 2023. I dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non lasciano spazio a dubbi: il 2024 va verso una chiusura in rosso.
A novembre sono state immatricolate 124.251 vetture nuove, con un calo del 10,8% rispetto allo stesso mese del 2023. Il bilancio annuale, che fino a giugno 2024 mostrava un incoraggiante +5,39%, vira così in negativo con un -0,2% nei primi undici mesi rispetto al 2023, per un totale di 1.452.973 unità. Impietoso il confronto con i livelli pre-pandemia: rispetto a novembre 2019, le immatricolazioni risultano inferiori di oltre il 18%.
Le immatricolazioni per alimentazione mostrano una generale sofferenza. A novembre si sono salvate solo le vetture full-hybrid (+8,9%) e mild-hybrid diesel (+14,04%), mentre le elettriche pure (BEV) sono crollate del 17,12% rispetto al novembre 2023. Anche le plug-in hybrid (-30,57%) e i diesel (-20,55%) hanno subito pesanti battute d’arresto. La quota di mercato delle BEV, stabile al 4,06% nel 2024, solleva dubbi sull’efficacia degli incentivi statali, che nel 2025 non saranno riproposti.
Il gruppo Stellantis. A novembre ha registrato un calo del 24,6% rispetto al 2023, con sole 30.817 vetture immatricolate e una quota di mercato che è scesa dal 29,3% al 24,7%. Il bilancio da gennaio a novembre segna 428.205 auto vendute (-9,4%), con una riduzione della quota di mercato dal 32,4% al 29,4%. Nemmeno i buoni risultati di Peugeot e Citroën sono riusciti a bilanciare le perdite di Fiat, Jeep, Lancia, Opel e Maserati.
Sul fronte dei marchi, Volkswagen (+16,93%), Toyota (+10,76%) e Peugeot (+10,74%) hanno segnato buone performance, in contrasto con Fiat che ha perso il 41% nel mese e il 16% da inizio anno. Da segnalare anche l’ingresso di nuovi brand cinesi, come BYD, Omoda e Leapmotor, che iniziano a ritagliarsi spazio sul mercato.
Le previsioni per il 2025 non sono rosee. Secondo il Centro Studi Promotor, solo il 5% dei concessionari prevede un aumento delle vendite nei prossimi mesi, mentre il 58% teme ulteriori cali. Il mercato italiano (e quello europeo) non riesce a tornare ai livelli pre-Covid. A pesare, secondo il Centro Studi Promotor (CSP) e non solo, sono le politiche per la transizione energetica considerate eccessivamente punitive verso i produttori e i consumatori.