Presidente dell’Aquila Spilimbergo per 25 anni, membro degli Stramps della Val Tramontina, papà e nonno affettuoso: due comunità piangono la scomparsa di Angelo Cleva.
Malato da tempo, si è spento lunedì mattina alle 8.30, all’età di 85 anni, lasciando un grande vuoto nella sua amata Tramonti di Sotto, dov’era nato, e nella Spilimbergo che lo aveva adottato tanti anni fa, cittadina dove viveva con la moglie Livia Sina, titolare assieme al fratello Duilio della nota concessionaria multimarca di automobili.
«Era una persona buona e molto umana – lo ricorda il figlio Luca, manager del gruppo Sina, nonché apprezzato ex calciatore dilettante, per anni capitano del Pordenone calcio –. Un uomo che credeva nei valori importanti e dal quale ho imparato molto. In gioventù era stato emigrante in Svizzera e conosceva bene le difficoltà della vita».
Angelo amava stare in compagnia, era appassionato di sport e in particolare di calcio. Seguiva e spronava il figlio, di cui non si perdeva una partita. Anche per questo motivo era entrato a far parte della Polisportiva Aquila, gloriosa società nata nel 1976 a favore volle dei giovani spilimberghesi, provati dai tragici eventi sismici di quell’anno, per offrire loro motivi di aggregazione attraverso momenti di gioco che coinvolgevano ragazzi e ragazze di tutte le età.
Cleva l’ha presieduta dal 1985 al 2010, rimanendo come dirigente per altri dieci anni. Faceva inoltre parte, come detto, degli Stramps (strambi) della Val Tramontina, sodalizio nato nel 1970 da un’idea di un gruppo di amici desiderosi di stare insieme, creare occasioni per ritrovarsi e rinnovare ogni anno il legame tra residenti e frequentatori della vallata.
Era una persona attiva e solare, Angelo, che “mordeva” la vita e la viveva sempre con passione. Come volontario ha dato tutto ciò che poteva alla Polisportiva Aquila, contribuendo, oltre all’organizzazione delle squadre, anche alla realizzazione della sagra e a numerose altre iniziative.
E con passione svolgeva anche il suo lavoro: era guardia forestale a Meduno, aveva frequentato la scuola sottufficiali a Sabaudia e, da maresciallo, era passato in forza al comando di Pordenone. Oltre al figlio Luca e alla moglie Livia, Angelo lascia le adorate nipoti Vittoria e Ludovica.