Un bambino di quattro anni e mezzo ha rischiato di soffocare, salvato dal papà grazie al corso di primo soccorso pediatrico.
Martedì il piccolo aveva avuto la febbre, «la sera prima di accompagnarlo a dormire», racconta la mamma, «gli abbiamo pulito il naso con dei risciacqui e la soluzione fisiologica, cosa che facciamo normalmente e nel mentre ha vomitato e stava per soffocare: è diventato grigio e per qualche attimo non ha respirato, crollando addosso al papà. Nonostante siano stati attimi difficile, il papà non si è perso d’animo e ha iniziato a fargli le manovre per salvarlo, perché era chiaro che stava soffocando».
Manovre molto difficili da praticare in quanto il bimbo era rivolto verso il papà. Intanto la mamma ha chiamato la centrale operativa del Suem 118 che ha assicurato che un’ambulanza sarebbe arrivata a breve. Ma il tempo passava ed il bambino non riprendeva conoscenza.
Dopo un minuto il 118 ha richiamato, consigliando di stendere il piccolo per terra pancia all’insù. Il padre ha seguito i consigli del Suem, continuando praticargli le manovre, ed il bambino ha ricominciato a respirare, ma non era ancora cosciente. Gli operatori del 118 con una videochiamata questa volta hanno notato le condizioni di semi incoscenza del piccolo.
«L’ambulanza», continua la mamma, «è arrivata dopo una trentina di minuti, hanno preso i parametri vitali, ma non potevano far nulla: c’era bisogno del medico e l’auto medica, era partita per un altro codice rosso. Non potevano portarlo a Castelfranco in quanto non c’è il reparto di pediatra, l’hanno trasferirlo a Montebelluna. Nostro figlio è rimasto in osservazione fino all’indomani».
Ora i piccolo sta bene ed è tornato a casa. «Speriamo che nessuno viva questa amara esperienza: e poi ci vengono a parlare di una nostra eccellente sanità».
Per il dg dell’Ulss Benazzi, «la procedura è stata corretta e non c’è stato nessun tipo di errore. Gli operatori hanno saputo rispondere in modo tempestivo e hanno mosso l’ambulanza in modo corretto. È giusto che sia partito il mezzo da Montebelluna perché la patologia intensiva neonatale è lì. Non ci sono stati ritardi e il bimbo non ha avuto conseguenze di alcun tipo».
Secondo l’Ulss “la chiamata dei genitori è stata per febbre e sintomi riferibili a post crisi convulsiva. Il bimbo, epilettico, ha avuto una sincope post lavaggi nasali. Al momento della videochiamata dalla centrale operativa, il bimbo era cosciente e la crisi terminata, sono state date istruzioni ai genitori”.