Domani la Francia potrebbe precipitare nel caos politico, senza governo. Le probabilità che ciò accada sono altissime. Marine Le Pen ha posto l’ultimatum al premier Barnier sulla finanziaria, quest’ultimo ha rifiutato e ha deciso di farla approvare senza voto parlamentare optando per chiedere direttamente il voto di fiducia al Governo. E così la sinistra da un lato e il Rassemblement National dall’altro hanno deciso di presentare mozioni di sfiducia. E il RN ha dichiarato che voterà anche quella di un acerrimo nemico come La France Insoumise di Mélenchon. Risultato: questo governo è da tutti già dichiarato al capolinea.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la richiesta da parte delle opposizioni, sia di destra sia di sinistra, di emendamenti a una manovra molto votata all’austerity ma in questo caso addentrarsi nel merito poco conta. Il gioco è tutto politico e ha inizio la sera stessa delle elezioni europee: Macron viene sonoramente sconfitto da Marine Le Pen e decide di far saltare il tavolo convocando elezioni immediate per non lasciare il tempo alle forze politiche di organizzarsi. Caos organizzato che ha avuto effetto perché la nazione francese si è ritrovata con una tornata elettorale che ha consegnato un Parlamento spaccato in tre, senza alcuna maggioranza stabile possibile e dovendo attendere due mesi per mettere in piedi un Governo di minoranza e guidato da un esponente di uno dei gruppi parlamentari più piccoli, i Repubblicani, per lo più spaccatosi in due proprio per l’occasione.
Che questo Governo avesse vita breve lo sapevano già tutti. Ma la costituzione francese impone un’attesa minima di dodici mesi dal voto per poter sciogliere nuovamente il Parlamento. L’obiettivo di Mélenchon è dunque probabilmente quello di far dichiarare il fallimento di ogni possibile soluzione di alleanza tra repubblicani e socialisti e obbligare a testare la coalizione di sinistra. L’obiettivo di Marine Le Pen è invece probabilmente quello di obbligare Macron a testare, e a fallire, governi su governi a ripetizione fino a giugno del 2025, quando finalmente si potrà tornare al voto. Perché a oggi l’alleanza tra RN e repubblicani resta molto meno probabile di quella tra LFI e i socialisti. Ma il sogno nascosto di entrambi, Melenchon e Le Pen, è in realtà un altro: obbligare Macron ad assumersi la responsabilità del caos e indurlo a dimissioni, cosa che porterebbe a nuove elezioni presidenziali al momento previste per la primavera 2027.
Al momento tutti escludono che Macron possa cedere a questo scenario. Ma si tratta di pronostici che il presidente francese, abile e spregiudicato giocatore di poker politico, ha già in passato dimostrato di lasciare il tempo che trovano. Macron potrebbe infatti anche decidere di cogliere la palla al balzo per riversare l’accusa di responsabilità del caos proprio a Le Pen e Mélenchon, promotori delle mozioni di censura in un momento economicamente estremamente delicato per i cugini d’Oltralpe. E utilizzare quest’accusa per attivare, per la terza volta, il meccanismo dell’alleanza repubblicana contro gli estremi populisti. Ma per la regola del limite dei due mandati, non potrebbe ricandidarsi in prima persona. La domanda che tutti si pongono dunque è: che mossa avrà in mente ora Macron?
Comunque vada, la Francia almeno fino alla prossima estate brancolerà nel buio politico. I mercati finanziari iniziano ad agitarsi. Dopo la Germania, anche la seconda gamba dell’UE ha iniziato a traballare. E in questo caos, per una volta, l’unica a tenersi stabile è proprio l’Italia.
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