Esistono “a destra” dei veri e propri “tesori della Memoria”, rispetto ai quali cresce una nuova sensibilità. Sottovalutati per anni, intorno ad essi si sta infatti articolando – come ha dimostrato il recente Convegno “I Tesori della Memoria: una Rete digitale per gli archivi della Destra italiana”, tenutosi a Palermo il 29 novembre, con il patrocinio della Regione Sicilia e del Ministero della Cultura – una vera e propria Rete, fatta di archivi, di emeroteche, di biblioteche, in grado di raccontare le idee e le passioni che hanno animato la lunga stagione politica delle destre italiane.
Presenti all’importante appuntamento gli assessori alla Cultura del Comune di Palermo e della Regione siciliana, Giampiero Cannella e Francesco Scarpinato, Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Fabrizio Tatarella (Fondazione Giuseppe e Salvatore Tatarella); la senatrice di Fdi Isabella Rauti (Centro Studi Pino Rauti), Marina Romualdi (Archivio Pino Romualdi), Angela Grammatico (Associazione culturale La Roccia), Fabrizio Fonte (Centro Studi Dino Grammatico), Fabio Tricoli e Tommaso Romano (Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli), Francesco Ciulla (Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici). L’ampio confronto, finalizzato a costruire un coordinamento tra i diversi archivi esistenti, ha fatto emergere la ricchezza culturale di questi archivi e la grande sensibilità, espressa dagli intervenuti, per valorizzarli, renderli fruibili, allargarne la consistenza. Consapevoli – a partire dai rappresentanti istituzionali – delle responsabilità che stanno alla base di questo impegno, responsabilità politiche e culturali, che vanno ben oltre la memoria dei singoli e delle famiglie interessate.
“C’è una grande responsabilità culturale rispetto ai giovani – ha ricordato Francesco Scarpinato, assessore alla Cultura della Regione Sicilia – ed insieme ai valori che le destre hanno storicamente incarnato”. Particolarmente oggi, in un tempo dove a prevalere pare essere una comunicazione semplicistica ed istantanea – come ha puntualizzato Giampiero Cannella, assessore alla Cultura del Comune di Palermo – che va a detrimento del “pensiero lungo”, della capacità di trasmettere memoria e storie complesse, culturalmente e politicamente, quali sono quelle che ci vengono dalla storia delle destre.
Non solo ricordo, dunque, come ha opportunamente indicato, in premessa, Fabio Tricoli, ma un vero e proprio progetto culturale, rappresentato dalla sua ricca materialità, vero e proprio laboratorio fatto di idee, di progetti e quindi di fondi documentaristici.
Su questo ha portato la sua esperienza Giuseppe Parlato, in qualità di Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, da sempre impegnato in un’ opera essenziale di salvataggio/valorizzazione di questa memoria. Al punto che – come egli stesso ha comunicato – oggi sono ben quarantacinque i fondi archivistici presenti nella fondazione da lui presieduta. Fondi che portano i nomi – tra gli altri – di Giano Accame, Giulio Cesco Baghino, Enzo Erra, Gianni Isidori, Ernesto Massi, Nino Tripodi, Gaetano Rasi, Adalberto Baldoni. Oltre alla fondamentale opera di schedatura/digitalizzazione – ha specificato Parlato – fondamentali sono quelli che egli ha definito “ricognizioni sul campo”, in grado di individuare e valorizzare la ricca messe di archivi personali presenti sui territori, anche attraverso un hub digitale.
Un esempio “operativo” è quello proposto da Isabella Rauti, che ha portato a costituire presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma il Fondo Pino Rauti, con una consistenza archivistica di 2880 volumi, provenienti dalla biblioteca privata di Pino Rauti, cui si aggiungono un considerevole numero di Riviste, e di 1898 Unità archivistiche, organizzate in 80 Faldoni. L’archivio personale restituisce un arco cronologico compreso tra il maggio 1926 – anno di nascita di Pino Rauti – ed il febbraio 2012, anno della sua scomparsa, avvenuta il 2 novembre; la biblioteca personale comprende volumi anche datati, dal più antico del 1866, fino ad edizioni moderne che superano il 2012 ed arrivano fino al 2016, con volumi editi dopo la sua scomparsa, riferibili alla sua figura ed alla sua attività. “C’è stata una galassia culturale di destra vivace e creativa – ha dichiarato Isabella Rauti – che ha lasciato una grande eredità intellettuale, che deve essere ricostruita e raccontata”.
A questa opera di ricostruzione e narrazione ha fatto riferimento anche Fabrizio Tatarella, Vice Presidente della Fondazione Giuseppe e Salvatore Tatarella, con sede a Bari, che con il suo archivio dichiarato di “interesse storico rilevante” e la sua importante Emeroteca con 366 testate in fase di digitalizzazione, mette a disposizione un patrimonio archivistico della storia della destra italiana riconosciuto di valore nazionale.
Non a caso in un articolo pubblicato su “Il Tempo” il 9 febbraio del ’99, giorno della scomparsa di Pinuccio Tatarella e intitolato “Dal suo archivio si ricostruirà la storia della destra”, Gino Agnese ricordava come Tatarella, “apparentemente disordinato era invece accurato, conservava tutto e aveva una memoria fenomenale”. Quando si vorrà scrive più puntualmente la storia della destra tra il 1950 ed oggi, e non solo della destra, bisognerà – continuava Agnese – “dare un’occhiata alle carte di Tatarella, che collezionò tutta una serie di giornali, giornaletti, riviste, rivistine, volantini e manifesti. E lettere, biglietti e bigliettini, spesso autorevolmente firmati, indirizzati a questo politico prematuramente scomparso, che ben si sarebbe cimentato con le novità del ventunesimo secolo”.
A questa suggestiva immagine possono essere assimilate le esperienze di Marina Romualdi (Archivio Pino Romualdi), Angela Grammatico (Associazione culturale La Roccia) e di Fabrizio Forte (Centro Studi Dino Grammatico): testimoni di tre figure emblematiche nella storia delle destre italiane (con il caso emblematico dell’esperienza di Custonaci, di cui Forte è oggi sindaco, assurta più volte, nell’ultimo cinquantennio del Novecento, alle cronache politiche nazionali, grazie a Dino Grammatico, figura di spicco della destra siciliana, che ne fu sindaco più volte a partire dal 1960). In questo ambito ugualmente preziosa la testimonianza di Francesco Ciulla, nuovo presidente dell’I.S.S.P.E. (Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici) costituitosi a Palermo nel 1980, creato non solo per ridare voce alla tradizione culturale “nazionale”, ma anche per interpretare, alla luce di questa tradizione, i problemi emergenti della realtà politica, economica e sociale italiana nel momento della sua trasformazione e del suo inserimento nella più vasta dimensione europea. In questo ambito fondamentale l’opera di conservazione di vari archivi delle destre (a cominciare da quello del Fronte della Gioventù di Palermo) e la pubblicazione di ricerche indirizzate alla valorizzazione delle personalità siciliane affermatesi nei vari campi della cultura, dell’arte e della professionalità e al recupero di figure ed eventi caduti nel dimenticatoio (spesso con particolare riguardo alle destre siciliane).
A sintesi dell’importante incontro palermitano l’intervento di Tommaso Romano, storica figura dell’attivismo culturale e politico siciliano, che ha puntato la sua attenzione sulla pluralità delle destre italiane: (da quella missina a quella monarchica, dal mondo cattolico a quello liberale e della “Sinistra nazionale”; fino al sindacalismo nazionale, con la Cisnal). L’invito di Romano è ad un approccio scientifico al tema della Memoria delle destre, al fine di rettificare le interpretazioni distorte e cogliere il valore attuale di una tradizione complessa. Centrale il quesito “Quale spirito per costruire futuro ?”, quesito di particolare rilevanza oggi, allorquando le destre sono arrivate al governo del Paese e debbono fare tesoro delle culture (e delle figure emblematiche di valore) che hanno costruito una Storia, fatta di idee e di passioni le quali hanno animato la politica italiana al pari di altre scuole politiche. L’impegno che ci consegna il convegno “I Tesori della Memoria: una Rete digitale per gli archivi della Destra italiana” è di divulgare quella Storia, vero e proprio “giacimento culturale” da valorizzare, studiare, rendere fruibile. Per l’oggi e soprattutto verso il domani. (In occasione dell’incontro palermitano è stato distribuito il libro: “Bibliografia sulle destre – 1943 – 2024” a cura di Mario Bozzi Sentieri e Tommaso Romano, Fondazione Thule, Palermo 2024. Chi fosse interessato può farne richiesta scrivendo a: fondazionethulecultura@gmail.com).
L'articolo Gli archivi delle destre, veri e propri tesori della memoria: come metterli in rete per non disperderli sembra essere il primo su Secolo d'Italia.