Ottime notizie sul fronte del lavoro. L’Istat fotografa l’andamento del mercato del lavoro per il mese di ottobre 2024, restituendo un quadro roseo. Dopo il calo di settembre, a ottobre il numero di occupati torna a crescere di +47mila unità, attestandosi a 24 milioni 92mila, segnando il record per il tasso di occupazione che sale al 62,5% (+0,1 punti): si tratta del livello più alto mai registrato dall’inizio delle serie storiche. L’aumento coinvolge i dipendenti permanenti – che salgono a 16 milioni 210mila – e gli autonomi, pari a 5 milioni 158mila; i dipendenti a termine scendono a 2 milioni 724mila. Su base mensile, il tasso di occupazione sale al 62,5%. Ancora una volta parlano i dati ufficiali. Parla l’Istat che si incarica di smentire gufi, castrafofisti e sinistra in un sol colpo.
Anche la crescita dell’occupazione che si registra rispetto a un anno fa – ottobre 2023 viaggia con il segno positivo: +363mila occupati, sintesi dell’aumento tra i dipendenti permanenti (+449mila) e tra gli autonomi (+127mila) e del calo tra i dipendenti a termine (-212mila). La crescita dell’ occupazione (+0,2%, pari a +47mila unità) coinvolge gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e chi ha almeno 50 anni di età; tra i 15-24 enni e tra le donne l’occupazione è stabile, mentre diminuisce tra i 25-49enni e iipendenti a termine. Confrontando il trimestre agosto-ottobre 2024 con quello precedente (maggio-luglio), si registra un incremento nel numero di occupati dello 0,5% (pari a +121mila unità). Il tasso di disoccupazione scende al 5,8% (-0,2 punti), ai minimi dall’aprile del 2007; quello giovanile al 17,7% (-1,1 punti), il dato più basso mai registrato dall’inizio delle serie storiche.
Capito perché lo sciopero di Landini e Bombardieri è stato un flop? La scarsissima adesione dal mondo della scuola, poste, trasporti e altri settori si spiega. La disaffezione dei lavoratori da parole d’ordine prettamaente politiche e lontane dal mondo sindacale creano disaffezione e vengono sentite lontane dalla realtà. Nonostante ciò Cgil e Uil continuano a soffiano sulla “rivolta sociale” e sono pronti a scendere in piazza altre 15 volte in questo mese, i numeri positivi dell’occupazion rassicurano: la via intrapresa dal governo è quella giusta. La natura politica dello sciopero è stata palpabile fin dall’inizio e anche per questo i numeri delle adesioni hanno rappresentato una vera e propria Caporetto. A Landini &Company urge riconnettersi con la realtà, che è fatta di piccoli passi e di dati positivi pur in congiunture internazionali tempestose, che vanno letti con equilibrio e serietà. Quello che manca ai cultori del disordine sociale.
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