L’Ape saluta l’Italia dopo 76 anni: dal 2025 in poi la Piaggio produrrà il veicolo solamente in India. Dal 1948 fino al 2024 la produzione di questo mezzo di trasporto ha segnato l’immaginario del nostro Paese. Ma secondo le nuove normative per la sicurezza e l’ambiente, sarebbe troppo costoso continuare la vendita dell’Ape anche in Italia adattandosi alle regole anche in base al volume degli articoli prodotti. Lo stabilimento di Pontedera convertirà le linee di fabbricazione, per costruire nuovi trasporti più popolari sul mercato. L’azienda Piaggio avrebbe già annunciato la propria decisione ai rappresentanti sindacali secondo quanto riportato dall’Adnkronos. Il doloroso addio dell’Ape rappresenta una parte della storia novecentesca che se ne va, a causa di un triste provvedimento di riconversione industriale: eppure c’è chi in Europa invoca a gran voce il Green Deal. Un’epoca si chiude.
L’Ape sta partendo verso l’India, laddove le regolamentazioni sulla sicurezza e sull’inquinamento sono molto meno ferree rispetto al continente europeo: lì le vendite danno anche dei risultati migliori. Per fare in modo che l’Ape rimanga in Italia e quindi anche in Europa, servirebbero nuovi investimenti e ricerche per progettare airbag e sistemi di frenata assistita, che per sfortuna l’azienda Piaggio non può permettersi in quanto risulterebbero troppo costosi. Il primo modello dell’Ape fu progettato nell’immediato secondo dopoguerra dall’ingegnere aeronautico Corradino D’Ascanio che aveva inventato anche la Vespa, seguendo un’intuizione di Enrico Piaggio. Il veicolo è legato intimamente all’immaginario collettivo italian, alla storia del cinema della canzone.
Come rimedio per la fine della produzione dell’Ape in Italia, la Piaggio sta sviluppando un nuovo sostituto a tre ruote che prenderà il nome di Porter e che già dalla denominazione non sembra aver nulla a che vedere con il nostro linguaggio. Se il processo che l’azienda di produzione non può essere considerato esattamente come una delocalizzazione, non bisogna sottostimare l’impatto del tema ambientale in questa decisione, che sembra ormai condizionare in modo stringente ogni scelta negli spostamenti. Per i consumatori affezionati però c’è una notizia di consolazione, infatti nei magazzini di Pontedera esistono ancora delle scorte secondo il Tgcom 24. Di conseguenza, la vendita continuerà ancora per un po’ di tempo all’interno delle concessionarie nazionali.
L’India risulta come uno dei paesi che inquina di più al mondo insieme alla Cina, differentemente da quelli europei: quindi la produzione e la vendita dell’Apecar in quel territorio non è esattamente una scelta etica per trovare una soluzione all’inquinamento. Le nuove normative ambientali europee rischiano semplicemente di spostare la produzione locale all’estero, senza aiutare gli stati che avrebbero realmente bisogno di una transizione ecologica per il bene del pianeta.
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