Espugnando la Baltur Arena la Gesteco Cividale ha conquistato la nona vittoria consecutiva e resta a tiro di Rimini ieri ancora vittoriosa.
Da lassù il presidente Davide Micalich si gode il panorama, con la soddisfazione di aver lanciato un segnale chiaro al campionato. A lui abbiamo chiesto del momento della squadra, anche alla luce del traguardo Coppa Italia sempre più vicino.
Corsi e ricorsi: ricorda l’ultima sfida contro Cento?
«Certo: abbiamo perso in casa e credevamo di aver definitivamente salutato il treno play-off. Era la nostra bestia nera, abbiamo sfatato un tabù con una vittoria da grande squadra. È un segnale di crescita: dalle vittorie di sofferenza siamo usciti con una convinzione sempre maggiore».
Crede che un ko potrebbe spezzare questa sicurezza?
«No, non cambierebbe nulla, siamo arrivati a questo livello proprio grazie alle sconfitte. La squadra ha grande forza interiore e il gruppo sa esattamente dove vuole arrivare, a proposito mi viene in mente un aneddoto. Quando Dell’Agnello ha rifirmato, nella primavera scorsa, mi ha dato un’unica condizione: “Non dobbiamo soffrire più, ce la dobbiamo giocare con tutti”. Ci ripenso spesso».
Il reparto lunghi va col pilota automatico, anche senza Miani.
«Miani è guarito, poteva giocare di più ma non aveva senso rischiarlo. Abbiamo un pacchetto di 4 lunghi intercambiabili, è un punto di forza di questa squadra. Sono convinto che gli italiani bravi ci siano, gli va solo data fiducia e noi seguiamo il manuale della vera pallacanestro: prendiamo un giocatore, lo aiutiamo e non lo lasciamo mai. E in cambio loro non lasciano noi. Quando è arrivato sembrava che Berti non potesse giocare, ora è dominante; abbiamo preso Ferrari per farlo giocare eÈ sta facendo bene».
Che emozione è stata vedere tutti quei tifosi anche in trasferta?
«Durante l’inno mio fratello mi ha indicato la curva colorata di gialloblù, dicendomi: “Abbiamo già vinto”. La penso come lui: nonostante fosse venerdì e la gara fosse in diretta nazionale sono arrivati numerosi, con un entusiasmo pazzesco e indosso la maschera di Marangon che compiva gli anni… Ha ragione Mastellari quando dice che non siamo noi a regalare loro un sogno, ma il contrario. La storia va scritta insieme: quante altre volte potremmo giocarci la decima vittoria consecutiva? Mi auguro che il PalaGesteco sia stracolmo. Sarà durissima, Avellino ha una grande storia e non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Mussini è un giocatore fortissimo, negli anni ci ha maciullato, assieme a Marks. Uno dei due lo abbiamo già preso e ci siamo tolti il problema…(ride, ndr)».
Ora la Coppa Italia è ancor più vicina: che traguardo sarebbe?
«Non parlarmene, mi viene male a pensarci perché ci son da pagare i premi (ride, ndr). Sarebbe un orgoglio, un premio per tutte le persone meravigliose che mi circondano ogni giorno. C’è squadra fenomenale in campo e una altrettanto straordinaria fuori dal campo, aiutata da gente meravigliosa».