Si avvicina il Natale e nei teatri tornano nei cartelloni i grandi titoli della danza mondiale. Al Rossetti martedì 3 dicembre arriva “Giselle” con il Balletto di Mosca per la coreografia di Jean Coralli.
Sarà l’ensemble diretto da Evgeniya Bespalova e Denis Karakashev a portare in scena una storia ispirata alla leggenda slava delle Villi, spiriti di giovani morte di crepacuore, destinate ad aggirarsi nei boschi durante le lunghe notti, alla ricerca della vendetta.
L’ensemble, composto dai ballerini formati nelle più prestigiose scuole di danza di tutto il paese, torna quindi allo Stabile regionale, dove negli anni ha portato in scena altri grandi titoli del repertorio di danza classica, per dare vita, in questa occasione, a un titolo famosissimo e molto amato dal pubblico, composto da Adolphe-Charles Adam nel 1841.
È curioso notare come, quando questo balletto debuttò con successo all’Opéra Le Peletier di Parigi, lo fece con una prima ballerina italiana Carlotta Grisi, fu subito accolto con grandissimo calore. Ottenne un successo così travolgente che, dopo la prima replica parigina, gli permise di conquistare teatri in Europa, in Russia, dove debuttò al Teatro Bolhoi di San Pietroburgo nel 1842 e negli Stati Uniti, prima di arrivare in Italia, alla Scala, il 17 gennaio 1843.
La storia, è romantica ma anche tragica e narra le vicende di Giselle, una giovane contadina che vive tranquilla in un villaggio con la madre. È durante una battuta di caccia che giunge alla sua casa il nobile Albert che s’invaghisce di lei. Per provare a conquistarla si traveste e la corteggia, nonostante sia conscio di avere una fidanzata a cui è legato da una promessa inscindibile. La giovane Giselle, ingenuamente, s’innamora perdutamente di lui, al punto che quando l’inganno le viene brutalmente viene svelato, davanti al suo amato, si dispera e muore di crepacuore.
Il secondo atto si svolge nel bosco notturno, dove danzano le Villi: gli spiriti accerchiano Albert e lo costringono a ballare incessantemente vicino alla tomba della povera Giselle. Il giovane è costretto a una danza talmente estenuante che lo conduce verso la morte.
A prendersi cura di lui è Giselle, guidata da un amore che si rivela più forte della vendetta. Lo spirito della giovane soccorre Albert, lo sostiene in uno dei più accorati pas de deux della storia della danza, e non gli permette di mollare, fino a quando l’alba dissolve il sortilegio delle Villi e le restituisce all’oscurità assieme alla giovane Giselle. Guardando l’opera nel dettaglio, è facile intuire la genesi di un successo imperituro.
La coreografia venne creata da Jean Coralli insieme a Jules Perrot, pensandola per la Grisi, che diede vita a Giselle per molti anni all’Opera di Parigi. Quella coreografia venne poi tramandata negli anni ed è quella che arriva al Rossetti. “Giselle” è ormai considerato uno dei capolavori del mondo della danza classica, tanto famoso e apprezzato quanto, al contempo, complesso da portare in scena, Il compositore delle musiche, Adam, era uno dei più popolari nel 19° secolo in Francia.
Lo stile richiama quello degli amanti dell’opera bellininana, “Norma” e quello del capolavoro di Donizetti, “Lucia di Lammermoor”. Con il passare degli anni la partitura ottenne diversi nuovi numeri. Alcuni di questi vennero integrati, divenendo parte integrante del balletto.—