Una presenza costante nel tessuto sociale, economico e culturale di Trieste e dell’intero Friuli Venezia Giulia, fin da uno dei momenti decisivi per la storia di queste terre: quel 1954 che vide il ritorno di Trieste all’Italia.
È quella dell’Unione culturale economica slovena (Slovenska kulturno gospodarska zveza – Skgz) che l’altra sera, in una sala del Kulturni dom gremita, ha celebrato i primi 70 anni di attività. Fondata a Trieste a seguito della sottoscrizione del Memorandum di Londra, la Skgz fu costituita con l’intento di fungere da elemento di connessione e rafforzamento delle attività degli sloveni in Italia nel campo della cultura, dell’economia e della società civile.
Nella sua ultradecennale storia, la Skgz ha promosso centinaia di interventi a livello locale, regionale e nazionale, affinché agli sloveni in Italia venisse garantito non solo il diritto all’utilizzo della lingua slovena, ma anche altri diritti nel campo della cultura, dell’economia, dell’istruzione, dello sport, dei media.
L’obiettivo è sempre stato quello di creare le condizioni affinché le istituzioni locali e la Regione considerassero la presenza degli sloveni quale gruppo di interesse particolare, tutelato dalla Costituzione e da documenti internazionali. Lo scopo fondamentale è stato per lungo tempo l’ottenimento della legge di tutela della minoranza, alla quale la Skgz ha sempre dedicato grande attenzione e molte energie.
Nel 1972 l’organizzazione riunì tutte le richieste in un unico documento. Tale piattaforma, aggiungendosi ai disegni di legge presentati dai partiti al Parlamento italiano nel corso degli anni ’70, rappresenta un’importante tappa nel lungo percorso verso la legge di tutela, approvata dal Parlamento italiano nel 2001. Dai primi disegni in poi l’impegno per la legge di tutela si protrasse per oltre un trentennio e in tale periodo la Skgz, sia autonomamente sia in collaborazione con altre organizzazioni slovene in Italia, intervenne innumerevoli volte a Roma, a Lubiana e al cospetto delle istituzioni europee.
L’approvazione della legge di tutela non rappresentò però il punto d’arrivo. Poco dopo infatti subentrò la questione dell’applicazione della legge, che rimane attualmente uno dei principali impegni nell’attività della Skgz. Finché non si conclusero le due fasi di abbattimento del confine tra l’Italia e la Slovenia nel 2004 e nel 2007, l’operato dell’organizzazione si diresse anche al graduale superamento di tale barriera, promuovendo numerose forme di collaborazione transfrontaliera attraverso la cultura, l’economia, lo sport e altri settori, per alimentare la pacifica convivenza con la popolazione di maggioranza.
«Ma oggi – ha detto la presidente dell’organizzazione, Ksenija Dobrila – bisogna guardare in avanti e puntare all’attuazione integrale della legge di tutela, al sostegno della rete scolastica slovena, alla valorizzazione degli edifici di via Filzi e San Giovanni, alla realizzazione del programma regionale di politica linguistica per lo sloveno e al riconoscimento dei diplomi universitari». —