Matteo Salvini avverte i sindacati all’indomani dello sciopero dai numeri flop di venerdì. Non si fermerà qui. “Sono soddisfatto di aver garantito, ieri, il diritto a viaggiare con i mezzi pubblici a milioni di italiani”, ricorda il vicepremier che è interventuto con la precettazione e le fascia di garanzia. Ma il suo lavoro è appena iniziato, dice dando l’altolà ai sindacati. Arriva infatti un dicembre nero. “Il mio impegno non cambia in vista di dicembre, quando si contano già 15 scioperi proclamati: fra cui uno generale fissato il 13 (guarda caso un altro venerdì) a pochi giorni dal Natale. Sono pronto a intervenire ancora, per aiutare i cittadini”. Salvini ribadisce in una nota la volontà già espressa dopo lo sciopero generale. Non un passo indietro.
Salvini non arretra. Le cifre delle adesioni allo sciopero generale convocato da Cgil e Uil con il plateale forfait della Cisl sono molto diverse da quelle snocciolate dai professionisti dello sciopero: scuola, comparto metalmeccanico e postali hanno fatto registrare un clamoroso flop. Tanti strepiti di Landini ma poche adesioni per uno sciopero prettamente politico e poco sindacale. Ma Cgil e sindacati rossi procedono con la “rivolta sociale” e il ministro dei trasporti replica, promette di non arretrare, anzi, di rimanere coerente e deciso. Intanto commenta i numeri definitivi della mobilitazione di venerdì, che Landinia ha registrato come “gloriosa”. Dicembre si preannuncia una via crucis per coloro i quali subiranno lo sciopero. Per cui Salvini promette una regolamnentazione così come fatto per venerdì con la riduzioni da otto a quattro ore dello sciopero degli autobus.
“Arrivano le cifre, scuola per scuola, ufficio postale per ufficio postale. Se le poste hanno aderito al 4%. Se i numeri delle scuole danno le adesioni del 5%, evidentemente c’è gente che ha scioperato ed è liberissima di farlo: ma la stragrande maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici ha fatto una scelta diversa“, ha ribattuto il ministro dei Trasporti e vicepremier: “Io rispetto chi era in piazza, che erano, stando ai loro dati, 500mila persone. Come rispetto anche gli altri 50 milioni di italiani che non hanno aderito”, incalza rimarcando il senso delle proporzioni. Da notare ciò che la retorica della sinistra antigovernativa tenta di sminuire: la rottura del fronte sindacale e le motivazioni di tale rottura che inchiodano Landini. Il tuo è uno sciopero politico gli avevano detto Sbarra della Cisl, e Capone dell’Ugl. Già, c’è chi non ha scioperato tra i sindacati, anche se pochi lo hanno evidenziato. Lo sciopero – il motivo del no a Landini – rimane uno strumento sindacale, finalizzato a portare risultati tangibili per le persone e non ad esprimere opposizione a un governo o a un’area politica. L'”uso compulsivo” dello sciopero svilisce il sindacato e induce i lavoratori a non crederci.
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