È una Elly Schlein determinata quella che arringa la Direzione nazionale del Pd. Si rivolge al suo partito per celebrare il successo alle Regionali e, intanto, traccia il percorso dem per i prossimi mesi senza scadenze elettorali. Parla ai suoi ma non rinuncia a punzecchiare gli avversari politici. A una «destra allo sbando, impegnata a litigare anziché a governare», la leader oppone la costruzione di un «progetto di alternativa per l’Italia». Insomma, lo sguardo è già alle prossime politiche. E l’appello è diretto sia alle forze di opposizione, chiamate a cercare convergenze nelle Istituzioni, sia «alle migliori energie che attraversano il Paese».
«Battiamo le destre e scriviamo una nuova pagina», incalza Schlein. Che, nel ribadire il suo spirito «testardamente unitario», avvisa: non si può rinunciare «all’iniziativa del Pd, prima forza di opposizione e primo partito in tanti territori».
Il discorso della segretaria, non a caso, comincia dall’analisi degli ultimi «straordinari risultati» elettorali. «Siamo partiti da un 6 a 1 nelle Regioni per il centrodestra, e ora siamo 4 a 3», è il bilancio di Schlein. Che parla di «un rinnovato clima di fiducia e di speranza verso il Pd, frutto dello spirito unitario del gruppo dirigente». Schlein evidenzia la compattezza del partito, che dopo i successi sembra confermare una `pax interna´. «È l’inizio di un nuovo ciclo», esulta la leader. Impegnata a delineare un «rilancio organizzativo, programmatico e politico» del Pd, che comincia proprio dal «progetto per l’Italia».
La segretaria dem, a proposito di alleanze, rivendica la sua linea. «Continuiamo a sollecitare iniziative unitarie sui temi, – spiega – lo faremo senza tentazioni egemoniche, senza irrealistiche vocazioni all’autosufficienza, senza preconcetti, ma partendo da proposte concrete». Per Schlein non è un auspicio, ma «un metodo» già all’opera nei territori come sulla manovra. E ora gli sforzi sono tutti concentrati nella battaglia comune sulla legge di Bilancio. Il senatore Antonio Nicita, in un convegno, invita a un «Psb ombra delle opposizioni», mentre Anna Ascani in direzione lancia l’idea di una «conferenza programmatica per l’alternativa di governo».
La strada verso una coalizione di centrosinistra, però, appare ancora in salita. E la politica estera, stando alle ultime spaccature al Parlamento europeo, resta il principale terreno di scontro.
Schlein, nel suo discorso, insiste sui rischi del «pericoloso trumpismo» e sull’impegno per «una pace giusta» in Ucraina. Il presidente M5s Giuseppe Conte, invece, rimarca le distanze sul sostegno militare a Kiev. E gli occhi della segretaria sono puntati proprio sul Movimento. «Seguiamo il dibattito interno alle altre forze che si dichiarano progressiste», è il passaggio, non casuale, della sua relazione. Che, sottotraccia, rileva quel «progressisti indipendenti» lanciato dal leader pentastellato alle prese con Beppe Grillo. Mentre si attende il nuovo banco di prova per i leader del cosiddetto `campo largo´. Domenica saranno tutti a Chianciano per la festa di Europa Verde. Tutti, tranne Matteo Renzi, verso cui i veti di Avs e M5s non accennano a cadere.
Prima di domenica, Schlein sarà in piazza coi sindacati e poi al congresso del Psoe in Spagna. Passaggi di quel «lavoro di ricucitura con il Paese» che la stessa segretaria vuole dal suo partito. Ribadisce una mobilitazione permanente sulle cinque priorità di Reggio Emilia e invita tutti a una presenza sui territori. «Ridiamo speranza al Paese, il Pd c’è», è il suo grido di battaglia.
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