La Russia sfrutta il buio e il gelo dell’inverno per piegare le difese ucraine e la sua popolazione. Una strategia ormai collaudata che nella notte tra mercoledì e giovedì è stata di nuovo utilizzata dai soldati fedeli a Vladimir Putin: nel Paese di Volodymyr Zelensky è scattato l’allarme nazionale per un massiccio attacco missilistico condotto da cacciabombardieri e da navi presenti nel Mar Nero su diverse aree e che ha colpito e danneggiato le infrastrutture elettriche del Paese, provocando numerosi blackout e impedendo l’approvvigionamento energetico in molte zone.
“L’allarme aereo è stato dichiarato in tutta l’Ucraina a causa della minaccia missilistica”, ha annunciato su Telegram l’aeronautica di Kiev sottolineando che i missili hanno preso di mira soprattutto le regioni di Odessa, Kherson e Mykolaiv. Il ministro Herman Galushchenko ha detto che il settore energetico è sotto attacco invece in tutta l’Ucraina. Tanto che in varie regioni, tra cui quella della capitale, l’erogazione di energia elettrica è stata interrotta per decisione del gestore della rete Ukrenergo: “In conformità con l’ordine di Ukrenergo, sono state introdotte interruzioni di corrente di emergenza. I normali programmi di interruzione di corrente non sono in vigore”, si legge in una nota. Gli utenti sono invitati a risparmiare elettricità per contribuire a stabilizzare la rete.
Anche l’Ucraina, nella notte, aveva provato un affondo in territorio russo, ma le unità di difesa di Mosca, da quanto riferisce il governatore locale, sono riuscite a intercettare un attacco di droni nella regione di Krasnodar: “Oggi le nostre difese aeree hanno sventato un altro tentativo di attacco terroristico nella regione di Krasnodar – ha dichiarato Veniamin Kondratyev – Due comuni sono stati presi di mira durante un massiccio attacco di droni. Nella città di Slavyansk-on-Kuban, frammenti di droni sono caduti vicino a una casa. Le finestre dell’edificio sono state distrutte. Purtroppo, la proprietaria della casa è rimasta ferita”.
Uscendo dal campo di battaglia e guardando alle strategie degli alleati di Kiev, si registra quello che, se confermato, sarebbe solo l’ultimo passo dell’amministrazione Biden uscente in direzione di un’escalation. Dopo l’ok all’utilizzo di missili a media gittata Atacms nella regione del Kursk e l’invio massiccio di armamenti prima del passaggio di consegne alla Casa Bianca con Donald Trump, secondo alcuni media da Washington hanno esortato Zelensky a valutare seriamente la rimozione del limite minimo di età per l’arruolamento, facendolo così scendere dai 25 anni attuali a 18. Un modo, sostengono, per cercare di frenare l’avanzata russa sul campo.
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