Non sono bastate le scuse e l’apertura degli spazi alle realtà impegnate nella lotta alla violenza contro le donne per far rientrare le polemiche intorno alla fiera romana della piccola e media editoria “Più libri più liberi”, scatenate dalla scelta di invitare il filosofo Leonardo Caffo, accusato di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti dell’ex compagna, in un’edizione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin. Una scelta difesa per giorni dalla curatrice Chiara Valerio in nome del garantismo e poi al centro di una tardiva marcia indietro quando sono iniziate ad arrivare le prime defezioni. All’indomani del cambio di passo reso noto dalla fiera, Zerocalcare ha fatto sapere che parteciperà alla manifestazione, ma non terrà l’incontro con Valerio, mentre la sua casa editrice, la Bao Publishing, ha comunicato l’annullamento della “partecipazione a qualunque evento interno” a Più libri più liberi.
“È fondamentale per noi, pur nel rispetto delle scelte altrui, dare un segno di discontinuità e di distacco da un modo di fare programma e di comunicare che non ci appartiene. Ci aspettiamo in futuro, ed è un’aspettativa che riversiamo su tutti i nostri interlocutori fieristici, un comportamento più capace di assumersi le proprie responsabilità (e le responsabilità dei propri sbagli) da chi, organizzando un evento che ci ospita, fa propria anche la nostra rispettabilità, che ci è necessario – ovviamente – tutelare”, si legge nella nota della casa editrice.
Zerocalcare, al secolo Michele Rech, ha affidato a un lungo e articolato post pubblicato tra le sue storie Instagram, la riflessione che lo ha portato ad annullare il previsto incontro con Chiara Valerio. Premettendo le sue remore a parlare “da maschio” del tema, Zerocalcare ha ammesso che “è innegabile che per tanti, me compreso, è molto più facile parlare di fascisti che di questioni di genere, perché i fascisti aprono molte meno contraddizioni tra chi ci sta vicino e pure in noi stessi”. “Mi è sembrato evidentemente inopportuno . ha aggiunto – invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo (confesso che non sapevo manco chi cazzo fosse) accusato di violenza ai danni della sua compagna. Mi è sembrato sbagliato invocare il garantismo (che pure è un tema che mi sta molto a cuore in questo tempo di barbarie) per troncare una discussione sulla violenza di genere, senza problematizzare il calvario che tante donne incontrano nel denunciare gli abusi, la difficoltà di essere credute, di vedere riconosciuta la propria verità. Una discussione complessa che afferisce più alla cultura che alle procedure penali”.
Per Zerocalcare “tutto, compresi i video, le comparsate televisive, letteralmente tutto almeno fino all’ultimo messaggio di scuse sia stato sbagliato”. Per il fumettista Chiara Valerio è sta “mossa da fedeltà a un principio e non da altro; ma quando quello che facciamo si presta a così tante a strumentalizzazioni, quando diventiamo utili agli articoli della Verità, quando i nostri nemici ci prendono a simbolo, è il momento di fermarci a riflettere pure se siamo in buona fede”. Per questo, sebbene non si senta in grado si trarre conclusioni su “cos’è giusto fare”, Rech ha deciso di annullare l’incontro con Chiara Valerio “perché mi pare impossibile glissare su questo tema e parlare d’editoria come se niente fosse; e al tempo stesso mi pare grottesco pensare che un maschio tenga un incontro in cui spiega a una donna come avrebbe dovuto comportarsi in termini di femminismo”.
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