L’annuncio di un aumento del 12% ai fondi per la Cultura e per lo Sport (oltre 90 milioni nella manovra 2025 così come partorita dalla giunta a fronte degli 80 della scorsa, destinati a crescere ancora nel passaggio consiliare) si trasforma in un acceso dibattito sul premio giornalistico dedicato ad Almerigo Grilz: il giornalista triestino «primo italiano ad essere morto in guerra», rivendica il vicegovernatore con deleghe alla Cultura, Mario Anzil; ma «con chiare tendenze neofasciste», dice il capogruppo del Patto, Massimo Moretuzzo che dà lettura di un passaggio di un articolo del 1983 su “Trieste Domani” e afferma: «Se non è apologia del regime questa...».
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Il tutto diventa un’opportunità per Anzil di delineare le priorità nella sua agenda di politica culturale che dovrà essere «polifonica» con imparzialità e «senza propaganda» e non «monotòna» come quella promossa «dalla sinistra» che ha anche «favorito pseudointellettuali». E l’assessore nota che alla giuria hanno aderito giornalisti non schierati a destra «come Giovanna Botteri».
Intanto arriva il sì a maggioranza (ma si tratta solo di un parere) alle parti di competenza delle Commissioni IV e V, che conclude l’iter di illustrazione della legge di Stabilità 2025 e normative correlate in preparazione della partita vera – con il ballo degli emendamenti – che si aprirà in I Commissione (Bilancio) tra giovedì e venerdì.
Insomma, attorno al giornalista scoppia la stessa polemica che si infiamma attorno al dicastero della Cultura a livello nazionale, con accuse incrociate di «amichettismi» e puzza di «derive e nostalgie» ma che si innesta su vecchie ferite del territorio. In tutto questo il Pd dell’assemblea regionale esprime «perplessità» (con Andrea Carli) per la scelta di celebrare «una figura divisiva».
Più che perplesso è Furio Honsell (Open) che rivendica in una nota di essere stato l’unico «ad aver votato no allo stanziamento di 90 mila euro per celebrare una figura divisiva», mentre il resto delle opposizioni si è semplicemente astenuto, sebbene Rosaria Capozzi (M5s) abbia dato il la alla serie di interventi.
Ma il Patto rincara con Enrico Bullian che annuncia al Piccolo che presenterà un emendamento soppressivo. I toni si accendono, con Igor Treleani (FdI) che fuori microfono chiede conto dei fondi elargiti in precedenza «ai compagni».
Il capogruppo della Lega Antonio Calligaris sottolinea che è innanzitutto «un giornalista morto svolgendo il suo lavoro». E Michele Lobianco (FI) rivendica: «È finita la stagione dell’apartheid culturale». Ma viene trascinata nel dibattito anche la questione della giornata del Ricordo che per Serena Pellegrino (Avs) gode di fondi «sovrabbondanti», un’affermazione che emerge mentre la consigliera chiede ad Anzil di scongiurare «censure» avvenute in passato.
Levata di scudi di Markus Maurmair (FdI) che afferma di voler portare l’intera commissione il 10 febbraio al Magazzino 18 per «ascoltare i drammatici racconti degli esuli» istriano-dalmati.
Intanto ecco le principali cifre su cui si è votato: 594,680 milioni per trasporti, casa e infrastrutture, 2,27 miliardi agli enti locali (sul triennio), 600 milioni per energia e ambiente (sul triennio), 6 milioni per il soccorso della fauna, 15 milioni per la Protezione civile.
E tra i vari provvedimenti spicca anche l’aumento a 5 euro (da 2,5) del tetto massimo giornaliero dell’imposta di soggiorno, «un adeguamento alla norma nazionale» per l’assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti.
Il dem Massimiliano Pozzo intanto annuncia un emendamento sui fondi per le assicurazioni contro il maltempo che ora «esclude molte famiglie per i limiti Isee imposti» e rischia di prevedere «rimborsi irrisori».—
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