“Vi scriverò ancora. Lettere alla famiglia 1949-1960”, a cura di Salvatore Silvano Nigro con la collaborazione delle figlie dello scrittore, offre un ritratto inedito di Camilleri, lontano dai panni del celebre creatore del commissario Montalbano. Dalle pagine di queste lettere emerge un giovane uomo appassionato di teatro, desideroso di affermarsi nel mondo artistico romano. Camilleri racconta con vivacità i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo, gli incontri con grandi maestri come Orazio Costa, le difficoltà economiche e le gioie della scoperta.
Grazie alla preziosa collaborazione delle figlie, Andreina, Elisabetta e Mariolina Camilleri, le lettere inedite dello scrittore vedranno la luce il 26 novembre, pubblicate per l’appunto da Sellerio. Un’anticipazione, a pochi mesi dal centenario della nascita di Camilleri, che ricorre il 6 settembre 2025. In una nota all’interno del libro loro stesse spiegano “è stato un importante e inaspettato ‘ritrovamento’ fra le carte di nostro padre. Quando già era iniziato il lavoro di censimento della documentazione sono state rinvenute in un luogo che non immaginavamo potesse conservarle intatte per anni e anni. Una cantina”.
Le missive ci conducono in un viaggio nel tempo, alla scoperta di una Roma effervescente e ricca di fermenti culturali. Attraverso le parole di Camilleri, possiamo rivivere l’atmosfera degli anni Cinquanta, con le sue speranze e le sue contraddizioni. “È un’autobiografia inconsapevole dell’artista da giovane”, afferma Salvatore Silvano Nigro, curatore del volume. “Dalle lettere traspare la passione di Camilleri per il teatro, la sua determinazione a farcela e la profonda gratitudine verso la sua famiglia”.
Ma le lettere non sono solo una cronaca degli eventi, ma anche una testimonianza del legame profondo che univa Camilleri ai suoi cari. Attraverso le sue parole, possiamo percepire l’affetto per i genitori, l’orgoglio per i successi e la nostalgia per la Sicilia. “Circa duecento lettere scritte da nostro padre ai genitori dal 1949 agli anni ’60, quindi dal suo primo anno romano come studente ‘fuori sede’ dell’Accademia d’Arte Drammatica, fino al trasferimento da Porto Empedocle a Roma dei genitori” scrivono le figlie aggiungendo: “Abbiamo operato pochi tagli rispetto agli originali per tutelare alcuni aspetti personali e privati di quanti purtroppo non ci sono più. Tagli indicati nel testo da tre puntini tra parentesi quadre”.
“Vi scriverò ancora” non è solo un titolo, ma una promessa che Camilleri mantiene attraverso queste pagine. Un’eredità preziosa che ci permette di conoscere meglio uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento, svelandoci un aspetto intimo e privato della personalità dell’autore. “Tutte insieme, le lettere sono quanto di più vicino ci sia a un diario: con la loro concretezza, la diligente registrazione giornaliera fatta di occasionali non sensi, di ripetizioni, di monotonia (sempre riscattata dalla disinvolta leggerezza del dettato), e anche dell’andare a vuoto talvolta; senza reticenze comunque, e senza falsi pudori” scrive Nigro.
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