Piccoli gesti che fanno la differenza. E che distinguono i talenti dai futuri campioni. Jannik Sinner è sempre stato diverso dagli altri, sin da piccolo. Un’anima antica e un aplomb che ancora oggi lo contraddistinguono e lo rendono speciale (e non un’anomalia), anche dopo il successo ottenuto negli ultimi mesi e i record raggiunti. Il video, o meglio la fotografia, è di quelli autentici. Finale dei campionati italiani U12 del 2013 sui campi del Club Med Kamarina di Ragusa: da una parte Gabriele Felline (che poco dopo si atteggerà da finalista sconfitto), dall’altra un giovanissimo e timido ragazzo di San Candido dai capelli lunghi e rossi. 6-3, 6-1 per il piccolo Jannik: una vittoria che, all’epoca, gli aveva permesso di staccare un pass per i masters mondiali di Miami.
Ma anziché festeggiare per il meritato successo, Sinner prende livellatore e spatola e, come se niente fosse, si posiziona ai lati per sistemare le linee e la sua metà di campo. Un gesto che suscita lo scalpore dei presenti e del telecronista, che non può fare altro che sorridere all’inaspettato atteggiamento dell’allora ragazzino. Sinner è sempre stato questo: rigore, disciplina e rispetto, un background di comportamenti e modi di fare che anche da numero 1 al mondo lo rendono “quel pacifico ragazzo delle montagne”. Più di un Australian Open, delle Atp Finals o di una Coppa Davis. Ovvio, se non hai talento difficile arrivare ad alti livelli. Ma solo quello, non basta. L’istantanea perfetta di ciò che Sinner rappresenta nello sport italiano e nella vita. Caratteristiche innate e mantenute salde nel corso degli anni. Prima di essere uno strepitoso atleta, il 23enne è un ragazzo eccezionale e un bellissimo esempio per i giovani d’oggi. Non si diventa numero 1 al mondo per caso. E Jannik Sinner ne è un esempio.
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