«Fidatevi, abbiate coraggio di raccontare cosa vi sta accadendo. Parlate anche con una vostra amica, perché le segnalazioni a noi possono arrivare attraverso chiunque, non solo direttamente dall’interessata». È questo il messaggio del questore di Trieste Pietro Ostuni alle donne. «Tutte le campagne di sensibilizzazione in essere che continueremo a fare insistentemente – spiega Ostuni – hanno portato anche dei risultati. I dati delle segnalazioni sono in crescita, però questo non deve essere visto solo come un fatto negativo, ma bisogna considerarlo anche come volontà di far emergere queste situazioni, tant’è vero che quest’anno sono stati eseguiti 46 ammonimenti, che è una misura di prevenzione del questore, rispetto ai 28 dell’anno scorso, perché le donne si affidano maggiormente».
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La Polizia di Stato da anni è impegnata nella campagna permanente “…Questo non è amore” e ieri mattina è stata presentata la nuova brochure realizzata dal Dipartimento della Pubblica sicurezza, aggiornata rispetto a quelle degli anni precedenti. Mentre in piazza Sant’Antonio e piazza Ponterosso, al mattino, e in piazza della Borsa nel pomeriggio la Polizia è stata presente con il camper, un ufficio mobile, dove sono stati distribuiti ai cittadini volantini e materiale vario di sensibilizzazione. «Questa brochure la diffonderemo dove ci sono delle considerazioni sul fenomeno che richiede una prevenzione molto alta che deve essere fatta a 360 gradi. Infatti sono contento della rete che c’è in questa città, dove ci sono i centri antiviolenza, parlo del Goap, molto attivo, ma anche Interpares che si occupa del recupero degli autori delle violenze, che vengono indirizzati a questa associazione ogni qualvolta il questore emette un ammonimento».
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Un punto importante per il questore è l’attività di prevenzione: «Mi indigno sempre quando si parla di amore malato, l’amore è amore, è un sentimento nobilissimo, mette in relazione le persone, gli affetti, quindi non può essere malato, noi dobbiamo insistere sulla prevenzione che vede coinvolti più attori, cerchiamo di fare tutto il possibile, perché quando arriva la denuncia, quando viene chiesto l’ammonimento, vuol dire che qualcosa è già successo. Ma vorremmo non far accadere nulla».
Per ricordare invece cosa è accaduto la Sezione di Trieste della Lega Navale Italiana ha inaugurato ieri mattina alla base nautica una panchina rossa. L’iniziativa rientra nella campagna della Lega Navale Italiana “Una cima rossa” alla quale la Sezione di Trieste ha voluto fortemente aderire. «È un segnale straordinario – ha commentato Massimo Tognolli, assessore alle Politiche sociali del Comune di Trieste – che non mi giunge nuovo da parte della Lega Navale Italiana Sezione di Trieste, ma non mi giunge nuovo anche perché questa è una struttura delle tante a Trieste che si dimostrano molto sensibili ai temi dell’inclusione e contro la violenza».
«Abbiamo deciso di mettere la panchina rossa in una posizione di passaggio – ha detto Roberto Benedetti, presidente della Lni –, dove passano gli agonisti e i soci. Convinti che ad ogni passaggio, questo simbolo susciterà qualche riflessione, qualche commento, qualche presa di coscienza. Il nostro intento, da ribadire sempre e non solo il 25 novembre, è che si possa, con perseveranza, cambiare quella mentalità sbagliata, quel luogo comune che definisce la donna come il sesso debole». —