Viaggiare in Israele è come assistere a un piccolo miracolo che permette di scoprire l’energia millenaria di un posto singolare insieme alla bellezza indescrivibile del sito archeologico di Masada. Osservare gli antichi edifici significa aprire lo sguardo di fronte all’ultima roccaforte dei combattenti del popolo ebraico per la libertà.
Si tratta del sito più visitato in Israele e assai più noto dopo il 2001, quando è stato inserito nell’elenco dei siti del patrimonio della cultura mondiale. Qui, il palazzo fortificato costruito nello stile classico del primo impero romano dal re della Giudea, Erode il Grande, domina sugli accampamenti romani, sulle fortificazioni e sulle batterie d’assalto.
La cittadella fortifica è ben descritta nelle opere di Giuseppe Flavio (Yosef ben Matitiyahu), storico ebreo del I sec. d.C. che, dopo l’espugnazione della fortezza, avvenuta per mano dei romani, si dedicò al racconto della rivolta giudaica contro i romani. Secondo i suoi scritti, nel 66 d.C. Masada fu conquistata dai Sicari guidati da Menahem Ben Yenuda il galileo e poi, nel 70 d.C. dopo la distruzione di Gerusalemme, arrivarono altri rivoltosi guidati da Elazar Ben Yair che vissero tra le antiche mura difensive (casematte) e costruirono parecchi edifici tra cui la sinagoga e i bagni rituali. Nel 73 d.C. le forze legionarie romane, guidate dal generale Flavio Silva, diedero avvio alla Guerra Giudaica e, quando la comunità, che contava 960 assediati, si vide persa, quegli stessi abitanti furono convinti da Elazar Bem Yair a mettere in atto un suicidio di massa per non subire l’umiliazione di essere ridotti in stato di schiavitù. Giuseppe Flavio racconta che si salvarono soltanto 2 donne e 5 bambini. Furono loro a raccontare cosa avvenne quella notte.
All’ingresso del sito, risalta alla vista la linea nera che è quella che delimita l’altezza dei resti originali preservati. Poi, a sinistra il sentiero conduce al complesso di costruzioni a nord, dove si osserva la cava che, all’epoca di Erode, serviva a fornire la pietra dolomite dura e resistente utilizzata per costruire gli edifici. Vicino alla cava e a destra del sentiero, si trova la residenza del comandante della roccaforte di Masada dove, prima di accedere all’Ufficio del Comandante, si ammirano pitture murali a colori poco distanti da una veduta spettacolare sul Mar Morto e sulle alture di Moav.
l dicastero del comandante serviva a controllare le merci e le persone che entravano nel complesso nord e a questo proposito Giuseppe Flavio scrive che “… vi erano depositi di grano sufficienti per molti anni, abbondanza di vino e di olio oltre a una grande quantità di legumi e di datteri” (Guerre, Libro VII, cap. 8, 296).
Il vero gioiello architettonico di Masada è senza dubbio il Palazzo di Erode. Qui è impossibile non farsi trasportare dalla storia in un passato in cui furono accolti ospiti di riguardo all’interno di spazi dove emergono sovrapposizioni di elementi architettonici ellenistici e romani. Se il re abitava al piano superiore, i due piani sottostanti erano destinati agli ospiti. Poi, si ritrovano i bagni pubblici costruiti in stile romano. E tra le infinite meraviglie, si arriva fino al punto delle “sorti”, dove tra una serie di nomi spicca quello di “BenYair”.
Sulla via del ritorno
Si può andare via scegliendo una delle tre vie, la più moderna e anche la più panoramica è la funicolare. Permette di ammirare la bellezza sconfinata di Israele, del Mar Morto, che con le sue acque salmastre si trova a 400 metri sotto il livello del mare e delimita il punto più basso della Terra.
Mar Morto: benessere del corpo e filosofia di vita
Scendendo da Masada si arriva al Morto, lago salato la cui straordinaria bellezza si può scoprire dalla cima della fortezza di Masada più che da qualsiasi altra prospettiva.
L’oasi e la spiaggia di Ein Gedi così come quella di Ein Bokek, rinomata quest’ultima per le splendide strutture alberghiere che, tutto l’anno organizzano soggiorni di benessere, anche finalizzate alla cura della psoriasi, sono le località più conosciute.
Splendide, organizzate, questi luoghi offrono anche ai turisti più esigenti esperienze uniche, legata alla cura del corpo e al benessere di sé, tra massaggi olistici, fanghi rigeneranti e bagni nelle acque curative del Mar Morto.
Un luogo sicuramente da scoprire è Metzoke Dragot, il cosiddetto villaggio dei viaggiatori. Qui ogni angolo offre paesaggi spettacolari e diversi tra loro. Man mano che ci si addentra nel villaggio si è circondati da spazi aperti e da montagne sulla cui cima si potrà ammirare la bellezza di un mare turchese le cui sfumature e tinte creano un quadro davvero impagabile per vivere una esperienza olistica unica per il corpo e per lo spirito. La luce e i colori dell’alba sono inebrianti come quelli mozzafiato del tramonto. Anche in questa località si potranno coniugare l’esperienza di bagni, fanghi e rilassanti massaggi con sessioni di yoga, concerti sotto le stelle, meditazione nel silenzio e trekking tra le montagne. Il villaggio dei viaggiatori permette di fare incontri interessanti in un’atmosfera incantata, dove al primo posto c’è il viandante e il suo benessere.